martedì 19 gennaio 2010
Lettera aperta al Presidente Napolitano
Egregio signor Presidente,
ho appena terminato la lettura della lettera che Lei ha rivolto alla famiglia Craxi, e devo ammettere di aver provato un certo disagio, nel leggere le Sue parole. Il disagio e la preoccupazione originano non tanto dalla lettera in sé, quanto dal concetto di fondo che mi pare di intravedere. Per questo motivo mi rivolgo a Lei, il più alto rappresentante dello Stato, il detentore della saggezza costituzionale.
Io sono nato nel 1985, per cui non ho potuto seguire in prima persona il traumatico passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Per mia fortuna, però, sono cresciuto in una famiglia che mi ha insegnato l'importanza della Storia, dei grandi insegnamenti che si possono ricavare dalla sua conoscenza. Soltanto conoscendo il passato si può costruire il futuro, ed io, nel mio piccolo, ho cercato di conoscere quella vicenda, uno snodo fondamentale per capire l'Italia in cui vivo. Ho provato a leggerne le varie sfaccettature, grazie anche alla potenza dei moderni mezzi di comunicazione (parlo del Web, naturalmente). Comprendo di avere a che fare con una serie di eventi molto complessa, ma posso dire di essermi fatto una certa idea riguardo all'accaduto, ed è proprio questa mia opinione che stride terribilmente con quella che sembra essere la Sua, di opinione.
Provo a mettermi nei panni di una persona totalmente ignara della vicenda, qualcuno che non ha mai sentito parlare di Mani Pulite. Io credo che se questo signore leggesse la Sua lettera, signor Presidente, si farebbe un'idea un po' bizzarra riguardo a Craxi: un grande politico che ha commesso degli sbagli, e che ha pagato troppo le colpe di un'intera classe politica. Questo è quello che Lei pensa, ancora prima di dire, ed è doloroso pensare che Lei, il Capo dello Stato, abbia questa opinione. Forse c'era da aspettarsela, dato che Lei ha fatto, anzi fa parte di quella classe politica, ma vederla esplicitata in questo modo segna un punto di svolta fondamentale, il segno definitivo che la Prima Repubblica, in realtà, non è mai finita, e che anzi sembra sprofondare sempre più, proprio a causa dei quel malefico intreccio tra politica ed interessi personali, intreccio che un Suo compagno di partito, il mai troppo compianto Enrico Berlinguer, aveva denunciato con grande fermezza. La sua denuncia, purtroppo, non è mai stata ascoltata.
Lei dice che Craxi è stato un grande statista, ed io rabbrividisco. Craxi è stato l'anti-statista per eccellenza, durante il suo governo il debito pubblico è decollato, per il quale ancora oggi paghiamo miliardi di euro di interessi ogni anno. Ma il problema fondamentale è che questo enorme debito è stato creato consapevolmente. Basta questo dato per smantellare l'immagine di Craxi statista.
Lei dice che Craxi ha pagato troppo gli sbagli di un'intera classe politica. Penso che abbia ragione, ma per ragioni diametralmente opposte alle Sue. Craxi ha pagato troppo semplicemente perché è scappato, fornendo la prova definitiva della sua colpevolezza e della sua malafede. Ha pagato troppo perché è morto latitante, sottraendosi ad ogni possibilità di riscatto. Dico questo perché quella classe politica, quel manipolo di corrotti e corruttori, di cui Craxi faceva parte, è ancora tutto qui. In ordine sparso, ha pian piano ricontaminato l'intero panorama politico. Se Craxi non fosse scappato, probabilmente ce lo saremmo ritrovato deputato (se non addirittura ministro) al soldo del neo-eletto Berlusconi. Bastava una legge ad personam, la prima di una lunga serie. Perché è questo il problema, caro Presidente. Questa rivalutazione postuma di Craxi, questa riconsiderazione delle sue azioni, ha come unico scopo quello di legittimare le azioni odierne, compiute dagli stessi personaggi di allora, o dai loro degni eredi. A chi conviene, oggi, delegittimare l'azione della magistratura? A chi conviene, oggi, rivalutare quella macabra commistione tra politica ed affari?
Le rivalutazioni storiche, signor Presidente, si possono fare a vicenda chiusa, e la vicenda Craxi non è chiusa per niente. La Prima Repubblica è presente più che mai, nella vita politica odierna. Per questo le Sue parole sono così pericolose.
La ringrazio per l'attenzione.
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Ciao, se ti va dai un'occhiata ai miei blog e, sempre se t'interessano seguili pure...
RispondiEliminaIo sono del 1971..in quegli anni ero lontanissimo dalla politica ma ricordo 2 eventi che rimarranno indelebili nella mia mente:
RispondiElimina1) sequestro e omicidio di Aldo Moro (avevo circa 7-8 anni)
2) tangentopoli e il caso craxi
Oggi, a leggere certe dichiarazioni, a vedere certe trasmissioni, ho la certezza di vivere in un paese dove essere onesti è un disonore e spesso lo si paga a caro prezzo.
Oggi dove è finita tutta la gente che gli tirava le monete e lo insultava?
Complimenti per la lettera
e tu saresti uno qualunque? naaaaaaa
RispondiEliminaforte quello che hai detto
@Francesco: sono molto interessanti, tra l'altro possono dare una mano al mio inglese scolastico... grazie di essere passato da queste parti!
RispondiEliminaGrazie a tutti per i complimenti, ho scritto soltanto quello che penso, l'opinione di un comune cittadino dotato di coscienza critica. Quello che mi chiedo davvero è: ma siamo davvero così pochi a vederla in questo modo?
una lettera vergognosa che va ad unirsi a tutti i tentativi di revisionismo che ormai non si contano più
RispondiEliminaun saluto
L'Italia ha qualosa in comune con i regimi dittatoriai: qui i criminali sono santificati. Se sei onesto ti sputano. Anche un ex comunista come Napolitano riabilita Craxi, bah francamente un pò me l'aspettavo poichè il presidente della repubblica si sta dimostrando molto vicino a Berlusconi. Tu citi il debito pubblico ma ricordiamoci anche che Craxi ha distrutto il più vecchio partito italiano, ricordiamoci cosa ha fatto durante la crisi di Sigonella.
RispondiEliminaOgni parola che tu hai scritto la condivido in pieno, queste persone non si rendono conto che noi li eleggiamo per essere al nostro servizio, siamo noi a dargli il potere.
RispondiEliminaFacciamo finta che io possieda un azienda e faccio un concorso per assumere un amministratore, assumo quello che con le sue promesse e i suoi titoli sembra il migliore, l'azienda va bene, siamo in positivo ed ho un guadagno buono ( hai tempi di Craxi cmq le cose non andavano così bene), ma scopro che questo amministratore che non mi ha fatto fallire e mi ha fatto guadagnare, ruba... si fa la cresta sul mio guadagno, ed io avrei potuto guadagnare il doppio.
A questo punto che faccio?
Lo caccio a calci in culo?
Lo faccio arrestare?
Una cosa è certa non potrò mai dire che è stato il più grande amministratore che ci sia.
Ma cosa andiamo ad insegnare ai nostri figli, che possono fare tutto perchè basta avere soldi e potere ed è tutto giustificato?
Io dico NO... non è tutto giustificato e dobbiamo pretenderla l'onestà.
Processo breve approvato al Senato, Tanzi e Cragnotti ringraziano... Ah Bettino, che cosa ti stai perdendo...
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