martedì 2 giugno 2009

Ubuntu o non Ubuntu?


Ho deciso di installare Ubuntu sul mio nuovo portatile. Dopo la prima accensione, in cui ho potuto apprezzare i pregi per cui Vista è tanto amato - avvio lentissimo nonostante 4 GB di Ram, un incomprensibile errore Java che si ripresenta ad ogni accensione, Firefox che si inchioda 3 volte nel giro di 20 minuti - ho inserito il cd con Ubuntu ed ho compiuto il grande passo. L'installazione è stata meno traumatica del previsto, ho compiuto tutti i passaggi con una certa scioltezza, compresa la temutissima partizione del disco fisso. Probabilmente effettuare l'installazione su un computer vergine facilita questa operazione. Fatto sta che dopo mezz'oretta il desktop marrone di Ubuntu faceva bella mostra di sé sul monitor.
Da quel momento sono passate due settimane, e mi sono fatto una certa opinione su questo sistema operativo. Penso tante cose belle, anzi bellissime, ma anche cose meno belle.
Le cose belle sono tante, tantissime, a partire dall'idea di fondo: la gratuità. In Ubuntu, e in tutte le distribuzioni Linux, tutto è libero, scambiabile, condivisibile. Non solo, tutti possono partecipare al suo sviluppo, e c'è una collaborazione costruttiva, quella che tutti sognano possa un giorno esserci nei governi, tra gli stati, nei posti di lavoro. Una sorta di Wikipedia all'ennesima potenza, è l'utopia comunista tradotta in byte, autonoma e perfettamente funzionante. Al di là dell'aspetto "politico", condivisibile o meno, credo che la filosofia alla base di Linux sia meravigliosa.
Secondo pregio: l'immediatezza. L'utilizzo di Ubuntu è molto intuitivo. I menù sono organizzati in modo semplice e razionale, in pochi clic è possibile accedere ad ogni cosa: applicazioni, documenti, impostazioni generali. Nell'installazione delle applicazioni, poi, Ubuntu si supera: per scaricare ed installare un programma basta spuntarne il nome dall'elenco di applicazioni disponibili, continuamente aggiornato e diviso per categorie. Per disinstallare si toglie la spunta. Questa modalità lascia sbalordito ogni utente di Windows, abituato a installazioni, e soprattutto disinstallazioni, a volte molto laboriose. Basta questa funzione per innamorarsi perdutamente di Ubuntu.
Altro aspetto in cui Ubuntu brilla è l'estrema duttilità. Le possibilità di personalizzazione sono sterminate, smanettando un po' Ubuntu assume l'aspetto che più si addice ad ognuno. Infine, Ubuntu è veramente bello da vedere. Gli effetti grafici, oltre ad essere spettacolari (come il celebre cubo), sono anche molto funzionali, per quanto riguarda la gestione di finestre e desktop. Altro che la funzione "Flip 3D" di Vista...
Tutto bello, tutto bellissimo... ma putroppo ci sono anche dei tasti dolenti, che forse sono tutti riassumibili in un unico punto, strettamente connesso alla natura stessa di Ubuntu: perché funzioni al meglio, o in alcuni casi perché funzioni, occorre un minimo di conoscenza informatica. A volte anche più di un minimo. Io nel corso di queste due settimane ho dovuto reinstallare due volte tutto daccapo, probabilmente per la mia scarsa conoscenza del Terminale, una sorta di Prompt dei Comandi da cui potete decidere tutto. Sono stato costretto all'uso del terminale per far funzionare l'audio. Ho scritto un sacco di righe di comando dal significato oscuro, ho dovuto imparare il significato del comando "sudo", ed altri termini inquietanti come "kernel", "repository", e così via. Alla fine ce l'ho fatta, a sistemare questo benedetto audio, grazie anche a miriadi di forum e guide disponibili sul web, ma non è stato semplice, e per un utente che non vada molto oltre le e-mail e le lettere scritte con Word può risultare molto difficile. Questo per la natura stessa di Ubuntu, che deve funzionare su una marea di computer diversi, per cui è molto difficile che tutto funzioni al primo colpo. Chi è abile sistema tutto, ma la maggior parte dell'utenza non è così abile, per cui non può far altro che aspettare gli aggiornamenti (che sono comunque molto frequenti), oppure cercare di imparare un po' a smanettare, e prendendosi qualche rischio, come ho fatto io. Ho provato a risolvere il problema della sospensione che non funziona, e mi sono ritrovato con uno schermo nero pece. Ho reinstallato tutto, la sospensione non mi funziona, ma ho deciso di aspettare l'aggiornamento che prima o poi mi risolverà questo problema.
Il limite principale di Ubuntu sta in tutto questo. Probabilmente con una diffusione sempre maggiore il problema diminuirà, ma non sparirà mai del tutto, proprio per la sua natura perennemente "in progress", dove non c'è un Bill Gates che manovra tutto, ma una platea di programmatori ed utenti volonterosi che mettono a disposizione un prodotto gratuito e necessariamente imperfetto. Alcune applicazioni inoltre rendono ancora necessario l'utilizzo di Windows, soprattutto in alcuni ambiti professionali (anche se non è un grosso problema avere Linux e Windows sullo stesso computer).
In conclusione, consiglio vivamente di provare Ubuntu, soprattutto a chi non sopporta proprio più Windows e non può o non vuole spendere una camionata di soldi per comprarsi un computer Apple. Provare non costa niente, anzi, avete solo da guadagnarci. Io dopo due settimane non posso più farne a meno.

2 commenti:

  1. Non mi sono ancora azzardato a provare Ubuntu. Per ora il salto da Windows a Mac mi ha regalato già tante soddisfazioni e rivincite.

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  2. Sì, il Mac è grandioso, non esiste sistema operativo migliore. Uso un Mac fisso da più di un anno, e il confronto con Windows è disarmante. Purtroppo il prezzo elevato è un forte freno alla sua diffusione...

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