Replicate, prego. La telecamera è vostra. Occupate tutti i salotti buoni. Esplicate le vostre legittime posizioni. Penso possiate essere soddisfatti. Forse Fazio e Saviano vi hanno fatto un favore, che dite?
Sedetevi, e attorniatevi dai soliti tuttologi, che parlano di ogni cosa con la solita, invidiabile, incompetenza. Raccontate le vostre storie di lotta quotidiana a queste fosse biologiche televisive, che tutto ingurgitano per poi vomitarlo, puzzolente di qualunquismo. Armatevi di boccagli e nuotate nella melma. Approfittate del vento in poppa. È carico di ipocrisia, ma non fateci caso. Fanno così con tutti, è loro abitudine sventolare bandierine elettorali davanti al naso del popolo bue. Dei crocifissi, ecco cosa siete ai loro occhi. Guardate come invadono lo spazio a voi concesso, come coprono le vostre storie con dotte dissertazioni sulla "crisi del pensiero laico" e sull'"inno alla vita di Marx" (copyright Stefano Zecchi) - e me lo immagino, il vecchio Karl, discutere con i suoi contemporanei di eutanasia e di accanimento terapeutico. Ammutolite davanti a questi alieni, provenienti da un pianeta sicuramente meraviglioso, in cui tutti vivono felici e muoiono nel sonno, in cui la vita se ne va in un soffio e non in un rantolo che dura decenni; in un posto lontano da qui, dove esistono medici che un goccio di morfina in più ad un malato terminale e sofferente è sacrilegio, stiamo scherzando, si rischia di perdere il paziente, e medici che in piena scienza e coscienza ascoltano le loro preghiere. In silenzio, senza clamore, per non finire fucilati in piazza dagli stessi signori che adesso vi lisciano il pelo e vi mandano avanti con un cartello appeso al collo. Gridate la vostra voglia di vivere a chi vi incensa con la bocca e vi prosciuga con le mani, dirottando il denaro nelle cliniche private dei loro amici. Gridate e non ascoltateli. Questi vermi tele-politici, con voi, fingono solamente di farlo.
L'ostinazione italiana per il contraddittorio è l'illusione dell'esistenza di una società semplificata, binaria, ignorante?, schierata su posizioni nette, in cui o uno è bianco o è nero. O è milanista o e interista. O è comunista o è fascista. O è Guelfo o è Ghibellino. O è ateo o è cattolico. Invece la realtà ha bisogno di almeno 256 tonalità di grigio.
RispondiEliminaoncordo con te e con il marziano. D'altro canto dovrebbero invitare tutti ma proprio tutti. Questi "tutti" per altro godono di trattamenti speciai 365 giorni l'anno su tutte le reti
RispondiEliminaAnche ognuno di noi ha 256 tonalità o più, ed è contemporaneamente tutto e il contrario di tutto, in potenza. E' la mentalità del contraddittorio che tira fuori di questo tutto sempre il peggio.
RispondiEliminaTroppo d'accordo con Il Grande Marziano. Non pensavo che sarei mai stato d'accordo co' un Marziano.
RispondiEliminaChe dire? Completate alla perfezione il post. Ringrazio in particolar modo il Marziano per i suoi sempre preziosi commenti e per la citazione nel suo nuovo articolo, che vi consiglio di leggere...
RispondiEliminapropongo di ivestire di telefonate il servizio pubblico ogni volta che vogliamo replicare...
RispondiEliminaSpero solamente di aver la forza e il coraggio di decidere e applicare quel gesto estremo! Perché son pessimista al riguardo della possibilità di legiferare in merito! Perché non tutti son uomini abbastanza da possedere quel coraggio e quella libertà!
RispondiEliminaTI dirò...l'esigenza del contraddittorio è esigenza di democrazia: è il poter dire "cazzo se siamo un paese democratico...c'è sempre il contraddittorio, non sento mai una sola opinione, sono libero di scegliere!"
RispondiEliminaNella crisi della politica e dei valori che viviamo dal XX secolo a questa parte (si lo so che sembra venirne fuori un discorso molto semplicistico) il contraddittorio è un mezzo per poter sentire che questa crisi non esiste, che siamo davvero nel sistema politico più evoluto più bello più felice più tuttoquellochevipare nella storia dell'umanità, che esiste la micro e la macrodemocrazia in ogni ambito: una distorsione del concetto di parcondicio. E ciò si ripercuote in un bipolarismo di fondo nelle piccole e nelle grandi cose, un dover assolutamente generalizzare ogni concetto nel bianco o nel nero.
La possibilità di esprimere una pluralità di opinioni diverse è il sale della democrazia. Ma il problema è un altro: come ho già detto dal Marziano, il vero contraddittorio è raccontare un punto di vista, analizzarlo e capirlo a fondo, dopodiché ascoltarne un altro. Il contraddittorio italiano invece è una folla di voci che si accavallano, livellare tutte le opinioni, anche le più inammissibili, e metterle tutte nello stesso calderone. C'è uno che dice bianco? Bene, occorre uno che dica nero, altrimenti non c'è democrazia! Questo meccanismo è perverso, ed è attentamente studiato e voluto, perché è impossibile farsi un'opinione in questo modo.
RispondiEliminaD'altra parte, se voglio capire un argomento, leggo un libro che ne parli, e un libro in genere racconta un punto di vista. Almeno fino a che non verrà imposto per legge il contraddittorio nei libri: ad esempio, se vuoi leggere qualcosa sulla Resistenza, devi per legge comprare un libro a favore dei Partigiani e un libro revisionista, per garantire la democrazia...
In fondo abbiamo detto la stessa cosa:) tra esprimere le proprie opinioni e avere necessariamente un contraddittorio c'è una differenza abissale...
RispondiEliminaIl vero contraddittorio, se vogliamo chiamarlo così, lo creo autonomamente, ascoltando liberamente e coscientemente punti di vista differenti...non posso pretendere di averlo assistendo a dibattiti belli e pronti alla ballarò per intenderci: che senso ha sentire un coro di voci discordanti e su tonalità diverse urlare l'una sopra l'altra oltretutto gestite da un cattivo direttore d'orchestra? (Non ce l'ho più di tanto con Floris, è un esempio...)
Leggere, leggere, leggere...meno tv e più lettura:) Il dibattito politico e la democrazia stessa fondati sul talk show non hanno ragion d'essere...La tv non si dimentichi mai è lo strumento passivo per eccellenza, ciò che vi è di più lontano dall'ascolto e dalla ricerca attiva. Fondamentalmente il "contraddittorio" è continuando il parallelismo coi libri leggere a riguardo della democrazia un Platone e un Russeau, Un Hobbes e un Locke per poi creare un proprio punto di vista; è una cosa auspicabile, è democrazia. Fare un grande libro pieno di immagini e con caratteri illeggibili con tutti e quattro gli autori che parlano contemporaneamente che senso ha? Questa invece è la nostra democrazia, tante immagini tanti colori e tanta confusione. Ma soprattutto proprio per il fatto che vi è tutto assieme appassionatamente il "libro" in esame ci sembra il più democratico di tutti, non so se ho reso l'idea:)
Direi che non occorre aggiungere altro...
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