Ieri sera sono andato a vedere Mine vaganti, l'ultimo film di Ozpetek. Tommaso, un ragazzo di Lecce interpretato da Scamarcio, decide di confessare davanti a tutti, in occasione di una "riunione di famiglia", la propria omosessualità e la propria vocazione letteraria, a dispetto della famiglia che lo crede ottimo studente di economia e commercio. Sarà il fratello, interpretato da Alessandro Preziosi, a scombinargli i piani. Il film è bellissimo, forse il migliore di Ozpetek, e ne consiglio la visione a tutti.
Ma non voglio fare una recensione del film. Non sono un esperto e la mia opinione vale ben poco. Vorrei dire due parole sul pubblico. In genere i film di Ozpetek richiamano una fascia precisa della popolazione: persone di una certa cultura, che molto spesso si definiscono di sinistra, o perlomeno progressiste. Chissà, forse la presenza di Scamarcio ha richiamato anche qualche signorina ben poco interessata alle tematiche del film (e posso immaginarne la delusione, nello scoprire che in questo film interpreta un omosessuale), ma non ho visto molti elementi del genere, tra il pubblico di ieri sera. Da parte di una platea del genere, quindi, ci si aspetterebbe una mentalità aperta, libera dai pregiudizi che un tema come l'omosessualità fa affiorare con estrema facilità. E invece...
L'omosessualità di Tommaso è tra le più vere che abbia mai visto in un film, spogliata com'è di tutti gli stereotipi che l'immagine del gay richiama (stereotipi che, tra l'altro, il film sbeffeggia in alcune scene esilaranti). L'amore di Tommaso per il suo ragazzo è tangibile dagli sguardi, dalle poche frasi che i due si scambiano per telefono. Tutto molto bello, alla platea piace questo sentimento profondo, ma poco visibile, se non ad uno sguardo attento. Ma basta un'unica scena di pochi secondi, il bacio appassionato che i due si scambiano dopo settimane di lontananza (e chi è fidanzato penso possa capire, quanto sia dura la lontananza), per suscitare reazioni schifate da parte del pubblico. Qualcuno esclama "basta, basta", e viene subito accontentato, perché la scena è davvero molto breve. Ecco il pubblico progressista. Sono quelli che finiscono le frasi con "però": "Io non sono razzista, però..." "Io non ho niente contro i gay, però..." Queste frasi manifestano un'intolleranza forse peggiore di quella leghista o ultracattolica. E' un intolleranza codarda, tipica dei cosiddetti "radical-chic", che si riempiono la bocca di tante belle parole, riguardo ai diritti civili, all'integrazione, ai diritti sul lavoro, ma che vengono tragicamente smentiti dal loro stesso atteggiamento nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, da un "basta!" urlato alla vista di un bacio omosessuale.
Purtroppo sono molti i soggetti "di sinistra", politici e non, ad esprimere questa fastidiosa doppiezza. Forse un giorno sarà finalmente superata, e sarà un gran giorno, perché da quel momento in poi sarà possibile costruire un'alternativa credibile all'orrida parodia di regime che la destra ha costruito. Sarà il giorno in cui l'Italia, dopo anni di regressione economica, culturale e morale, finalmente riprenderà a crescere.
L'italiA è il paese più putridamente bigotto e fascista del mondo. (Guarda caso è anche il paese europeo in cui si leggono meno libri...) Sui giornali di ieri si parlava della polemica generata dalla richiesta di alcuni liceali (liceali, non bambini delle elementari) di organizzare un incontro con genitori di ragazzi gay. Apriti culo: insurrezione dei genitori normalozzi e aspiranti nonni, e precipitoso dietrofront della scuola. Pare si sia infine giunti a un compromesso, ancora più squallido dell'iniziale rifiuto: l'incontro si farà, ma solo per i ragazzi di quarta e quinta! Mica si può rischiar di DEVIARE qualche bembinetto sedici-diciassettenne di terza! Tanti anni fa Enzo Tortora, all'epoca un mio mito per ciò che aveva passato, si candidò coi radicali. Durante una trasmissione televisiva non so se Pannella o chi altri gli rivelarono che i radicali si battevano anche per i diritti dei gay, e Tortora ne ebbe una reazione imbarazzata, da povero becero ignorante. Che delusione! Ecco perché, in questa porca italiA di merda, ogni persona appena decente, anche se etero o bisex, dovrebbe dichiararsi GAY ONORARIO. Io l'ho fatto nel mio profilo sul blog.
RispondiElimina..si dovrebbe "solo" imparare a rispettare i sentimenti, che sono uguali sia in copie etero che in coppie omosessuali, ma , è vero, siamo un paese di provincialotti dove spesso, di fronte ad uno schieramento di fascisti e omofobi ipocriti, se ne contrappone un altro apparentemente democratico e aperto, salvo poi quei "...però"
RispondiEliminaChissà se tra quei genitori, ci anche i stessi genitori di quei ragazzini tra i 12 e i 17 anni che intervistati in un programma di rai3 dichiaravano tranquillamente di farsi di cocaina e di altre schifezze del genere acquistate all'insaputa dei genitori, o i genitori di quelle ragazzini che con qualche "marchetta" consumata tra i banchi di scuola posso comperarsi abbigliamento modaiolo......forse se imparassero a guardare veramente negli occhi i figli anzichè preoccuparsi di come (o verso chi)esprimeranno i loro sentimenti...
concordo con quello che hanno detto sopra, grazie di aver fatto una recensione al film, lo stanno presentando un po' dappertutto, spero arrivi presto anche a vienna ma credo di si
RispondiEliminaun bacione ale
vero alessandro nel nostro paese da molto tempo abbiamo introdotto di nascosto nella nostra costituzione la voce ipocrisia...
RispondiEliminaun saluto
il film non l'ho visto, e non so se lo vedrò. ozpetek non mi piace, e i suoi film ancora meno. secondo me, costruire queste figure drammaticamente omosessuali non aiuta molto. ha fatto di meglio, con ironia "ignorante" e leggerezza, checco zalone nel suo "cado dalle nubi". il fatto di categorizzare le persone secondo il gusto sessuale è semplicemente stupido e inutile, e questo lo devono capire anche gli omosessuali...citando Lansdale "way I see it, I'm black and I'm human and I don't beg nobody for nothing". (togliete "black" e metteteci qualsiasi altro aggettivo categorizzante)
RispondiElimina@Unwise: in realtà il film è riuscito per la leggerezza con cui riesce a smontare, oltre agli stereotipi già citati, anche la figura "drammatica" dell'omosessuale (presente, tra l'altro, in molti film di Ozpetek). Il protagonista vive la propria omosessualità nel modo più normale e naturale possibile, e la sua difficoltà più grande non è rivelare di essere gay, ma di avere mentito riguardo alla sua vera vocazione di scrittore. Sul fatto che sia stupido categorizzare le persone a seconda dei gusti sessuali, sono perfettamente d'accordo con te, ma credo che non ci sarebbe bisogno di alcun "Gay Pride" e di alcuna ostentazione, se la maggior parte della popolazione italiana la pensasse come noi. Purtroppo penso che la maggior parte della popolazione italiana faccia parte del club dei "Sì ma..."
RispondiEliminaSi, c'è molta omofobia a sinistra. Dato che le parole non costano niente, ho più volte ascoltato proclami a tutela delle differenze di genere, puntualmente smentiti dai fatti concreti.
RispondiEliminaCiao. Sara