Sabato 3 ottobre 2009, ore 20 e 20 circa. Dopo il servizio sulla manifestazione per la libertà di stampa - a cui, secondo il Tg1, hanno partecipato "diverse decine di migliaia di persone" -, il direttore Minzolini si sente in dovere di dire la sua:
Ecco il servizio pubblico italiano. Berlusconi ha querelato Repubblica e l'Unità perché hanno avuto l'ardire di porgli delle domande (a cui non ha mai pensato di rispondere), ma il signor Minzolini dimentica di citare questo piccolo particolare. Inoltre emerge un meraviglioso paradosso, di cui il direttore non sembra accorgersi: le poche parole che il Tg1 ha dedicato alle beghe quotidiane di Berlusconi sono arrivate quasi esclusivamente proprio da lui, e sempre in difesa del suo datore di lavoro. Io non credo a certe coincidenze. Più semplicemente credo che, dopo una notizia che sarebbe stato troppo spudorato ignorare, in un'orrida logica di par condicio, il direttore abbia pensato bene di riequilibrare il tutto: l'ultima parola alla voce del padrone, senza diritto di replica. Ecco l'idea che il nostro Presidente del Consiglio ha del servizio pubblico italiano, ed ecco il vero regime mediatico di cui parla il suo escort di penna Minzolini. Le sue parole hanno sottolineato una volta di più i giganteschi problemi che affliggono la libertà di stampa in Italia.
Un'ultima domanda: ma Berlusconi si sarà indignato, a beccarsi nel bel mezzo della cena (anzi, nel bel mezzo del telegiornale) un'escort così, senza preavviso?
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