lunedì 26 gennaio 2009

Juventus-Fiorentina

Tornare dopo anni allo stadio è stato bello. I giocatori erano vicinissimi e ci siamo gustati il gol a pochi metri da noi. E sentire tutto lo stadio esplodere, senza commentatori idioti e pagati per dire un elenco lunghissimo di banalità, è qualcosa di impagabile.
La partita è stata difficile, bella, sofferta, ma lo stadio ti libera, puoi urlare quanto vuoi per un gol sbagliato o per uno scampato pericolo. Non ci sono vicini di casa allo stadio, solo una mandria di tifosi infreddoliti, e un buon numero di fanatici, quelli che rovinano la festa.
Prima di entrare abbiamo cenato con pane e salamella davanti ad un chiosco, e mentre ci gustavamo il panino un gruppo di ultras juventini, appostati a pochi metri da noi e dalla polizia, si scaldava la voce. Intonavano cori contro i poliziotti. Le parole erano impastate, poco chiare, come capita spesso con i cori da stadio, ma “sbirri infami” e “polizia di merda” brillavano in quei suoni grassi, tra un battito di mani e l'altro. I poliziotti stavano fermi e impassibili, probabilmente sono abituati a quelle canzoncine, ma mi sono chiesto come si sia potuto sentire ognuno di loro in quel momento. Farsi insultare da una banda di idioti, con l'unico scopo di provocare, mentre si sta lavorando, al freddo, di sabato sera. Qualcuno di loro si chiederà: ma chi me lo fa fare, per la paga ridicola che prendo? Qualcun altro si mangerà il fegato, penserà: aspetto, stronzi, aspetto solo che combiniate qualcosa, uno sgarro, uno solo, e poi vi sistemo, vi legno a sangue, vi faccio saltare tutti i denti. Non credo sia il desiderio di vendetta di un fanatico, ma semplicemente lo sfogo di una persona normale. Una reazione comprensibile, umana.
Attraversare il tornello mi ha emozionato tantissimo. È stato come incontrare un personaggio famoso, che si vede soltanto in televisione. Ho provato ad immaginare quella specie di gabbia rotante piazzata all'ingresso delle poste. Che ridere.
A pochi minuti dall'inizio della partita ci siamo resi conto di essere circondati da fiorentini. L'accento toscano lasciava qualche sospetto da subito, ma è bastato aspettare la prima occasione da gol della Fiorentina per avere conferma. Mi sono chiesto se fossero un po' imbecilli, a incitare i viola ad alta voce, accerchiati da un esercito juventino. In realtà erano tifosi normalissimi, come lo eravamo noi e quelli che ci circondavano, gente che va allo stadio per divertirsi e possibilmente per veder vincere la propria squadra. La partita è stata spassosissima, i toscani hanno sciorinato un'intera enciclopedia di insulti e bestemmie. Forse qualcuno si sentirebbe offeso, ma l'accento toscano riesce a rendere divertente, persino elegante, anche una bestemmia. A fine partita ci siamo salutati. Siamo usciti contenti, ripensavamo al gol di Marchisio e ai poetici insulti toscani. Mi scappa da ridere ancora adesso, se ci ripenso.
Se ripenso al gruppo di ultras, invece, provo solo una gran rabbia.

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