mercoledì 29 febbraio 2012

Gioca il giusto

Al ragazzo è andata male. Pensava di suscitare una reazione ben più veemente con i suoi insulti nei confronti del tutore della legge. Deve aver scelto bene le parole, perché non c'è offesa peggiore dell'essere paragonato al deputato nonché avvocato di Berlusconi. Pensava che rincarare la dose facendo commenti sul suo alito fetido e sulle sue capacità balistiche avrebbero comportato un cedimento nella maschera imperturbabile del carabiniere.  Si aspettava un insulto di rimando, una manganellata, una testata velenosa, insomma qualcosa da gettare in pasto alle telecamere che in tutta tranquillità coglievano ogni sua singola parola senza tentennamenti, a prova di spelling. Qualcosa che potesse ribadire la violenza dello Stato su un cittadino inerme. Il ragazzo ha giocato pesante, con la sicurezza di avere la partita in pugno, ma ha perso. Lo Stato, o meglio, l'uomo dall'altra parte non ha fatto nulla. Avrebbe voluto, questo è certo. Si è figurato quella faccia piena di barba piena di sangue, quella bocca privata di ogni singolo dente. Oh sì, gli sarebbe piaciuta tantissimo quella scena. E chissà, forse senza quell'occhio indagatore sarebbe andata veramente così. Invece ha risposto al gioco e ha vinto la mano. Un gioco in cui ragione e torto spariscono. Sparisce il Tav, spariscono le mafie che la costruiranno, sparisce lo Stato che lo sta permettendo e i valsusini che vogliono impedirlo. Rimane il gioco con il suo sapore, troppo forte per alcuni, delizioso e insostituibile per altri. Il sapore della guerra. E mentre il carabiniere lo sta ancora assaporando, il ragazzo barbuto stasera ne coglie solo l'amarezza data dalla sconfitta. A questo giro è andata così. Ma gli è piaciuto giocare. Oh, se gli è piaciuto, giocare alla guerra.

6 commenti:

  1. Non fa una grinza. Il coglioncello sprizzava coglionaggine da tutti i pori, ma guarda caso giornali padronali e tv governative hanno mostrato solo lui, profittandone in coro per un pistolotto retorico, riesumando quelle parole di Pasolini che oggi mi appaiono ingenue, semplicistiche e sorpassate dai tempi. Ridurre tutto al pauperismo e alla classe (se i caramba sono figli di poveri e di proletari sono per forza i "buoni") era forse sbagliato già allora, ma oggi non ha più alcun senso. Oggi i buoni si annidano (anche) altrove, ma i nostri media non vogliono farceli vedere.

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  2. Ma il punto importante è perchè uno stato deve dare un premio ad un carabiniere che in quel momento ha fatto quello che deve fare un carabiniere cioè non rispondere a provocazioni?!?!
    Ricordo bene Genova dove sono stati ripresi mentre massacravano e pestavano gente inerme e pacifica e li hanno premiati, promossi. Poi li premiano anche quando fanno quello che devono fare.
    Sia chiaro il mio non è un discorso di NOI e LORO voglio solo dire che c'è molto di costruito in tutto questo.
    Il passato ce lo insegna
    un saluto

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  3. Guarda che la lotta No Tav non è mai un gioco, e che anche tu con questo post ti stai comportando esattamente come i giornali che sparano le stronzate più inqualificabili sul Tav e sul movimento popolare della Val Susa, ingigantendo e scatenandoti su un episodio (il video del Corriere tra l'altro è incompleto: Marco dopo aver parlato con legittima e comprensibilissima rabbia ha continuato tranquillo il discorso per altri dieci minuti finendo con "comunque vi voglio bene lo stesso", ma questo nessuno lo ha fatto sentire), capovolgendo la realtà (il poliziotto armato e a volto coperto che fa parte di una truppa di occupazione che diventa la vittima e il manifestante disarmato che non nasconde la sua identità e che difende la terra in cui vive che al contrario è l'aggressore e il provocatore) e ignorando tutto il resto.
    Dopo lo sgombero di lunedì e la repressione di ieri notte, con Luca che ancora lotta per la vita in un letto di ospedale, un centinaio di compagni con le ossa rotte e intossicati dai gas cs, i lacrimogeni sparati sin dentro le case (persino nell'abitazione di un anziano che si stava spegnendo circondato dai suoi cari), le cariche e i rastrellamenti in stile fascista dentro i bar, le automobili dei valligiani devastate dalla polizia per pura rappresaglia, e con otto compagni ancora in galera dal 26 gennaio, sento questo intervento come una profonda offesa e vergogna.

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    1. Ross, non era mia intenzione offendere nessuno. Io credo che il Tav sia una colossale stronzata messa in moto per far girare un po' di soldi ai soliti noti. Credo che chiunque si senta espropriato delle proprie terre per un'opera su cui non ha potuto emettere alcun giudizio non può fare altro che lottare. Credo che a questo livello di tensione si sia arrivati per precise responsabilità politiche, e credo che una forte volontà politica, di certo non incarnata da questo governo e da questa classe dirigente, possa fermare tutto, prendendosi ogni responsabilità. Ho visto con orrore le immagini delle rappresaglie di quella che è diventata a tutti gli effetti una guerra. Non riesco a trovare un altro termine. E in guerra qualcuno si diverte. Si divertono le forze dell'ordine a randellare a sangue i valsusini, ma anche nel movimento NO-TAV credo qualcuno si diverta. Mi pare che funzioni così in tutte le proteste, organizzate e non. Sto offendendo qualcuno se lo dico? Io non penso, ma forse mi sbaglio. Il fatto è che sono questi personaggi a rovinare tutto. Forse dietro a quegli insulti c'era rabbia, frustrazione e mille altre cose, ma quello che si vede è uno che sfotte un poliziotto con il sorriso sulle labbra, e francamente non credo che la telecamera a fianco fosse particolarmente nascosta, e la mancata reazione del carabiniere ha perpetrato il danno maggiore. Voilà, i NO-TAV insultano e provocano, quindi se le meritano. Avrebbe cambiato qualcosa agli occhi della gente il "vi voglio bene lo stesso" finale? Direi proprio di no. E quale poteva essere la reazione dei media a un documento del genere? Subito la "pecorella" è rimbalzata in tutti i social network, allo stesso modo di una dichiarazione shock di Giovanardi o di Berlusconi. La sua potenza simbolica è fortissima, perché descrive a tutti gli effetti una guerra, in cui torto e ragione si offuscano. Non è la verità, ma ormai non conta più. È questo che volevo dire io. Proprio perché i NO-TAV sono la parte debole, lesa, devono muoversi con i piedi di piombo, basta una cazzata per vanificare tutto, e la cazzata è arrivata, e se Marco veramente non prende la protesta come un gioco, credo si sia reso conto da solo del danno che le sue parole hanno arrecato alla causa NO-TAV.

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  4. Che mestizia, che squallore, caro Ale!
    Giornalisti, politici, commentatori, tuttologi, opinionisti e benpensanti vari sono corsi ad incensare un poliziotto/carabiniere/tutore dell'ORDINE per non aver risposto a delle sterili e spesso sciocche -ma talvolta motivate (come il fatto di avere il volto travisato da sciarpe e passamontagna o di non avere ancora quel benedetto numeretto identificativo come nella maggior parte dei Paesi civili e progrediti)- provocazioni che, nel corso dei numerosi report della stampa, sono diventate 'aggressioni verbali', 'ingiurie' e persino 'minacce'.
    Si sono stupiti tutti del fatto che l'agente, peraltro sotto l'occhio della telecamera, abbia mantenuto la calma e fatto il proprio dovere. Come se invece la reazione illecita ma tollerata dall'opinione pubblica sarebbe dovuta essere l'opposta: una gragnuolata di colpi con il manganello sul volto di un tizio disarmato ed inoffensivo...
    Non so... se io, privato cittadino civile, rispondessi ad una provocazione alzando le mani, finirei davanti ad un giudice e ne pagherei le conseguenze, appena edulcorate dalla scusante della provocazione verbale. E' stato dunque tanto strano che un tutore dell'ORDINE abbia agito come si dovrebbe comportare qualunque cittadino di fronte ad un caso simile?
    Mestizia e squallore...

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