mercoledì 8 febbraio 2012

Come in terra, così in cielo

L'obiettivo primario del rosario è sfinire Dio per K.O. tecnico. Al quarto mistero alza gli occhi al poco cielo che sta sopra di Lui: va bene, va bene, basta che la smettiate, dannazione a Me (ebbene sì, anche Dio a volte bestemmia). Si gira verso Pietro e gli indica l'ennesima anima da posizionare perché possa contemplare per l'eternità il Suo volto splendente. Al che Pietro, a cui non per niente hanno affidato l'arduo compito del buttafuori, Lo fa rinsavire e Gli fa notare che non c'è posto per tutti, che d'altra parte tutte quelle signore che fanno la gara a chi dice più avemarie al giorno non hanno modo di verificare se verranno ascoltate, e che quindi non c'è modo di farle smettere. Tanto vale allora sbattersene e sistemare le anime dove è giusto che stiano, e non dove quelli laggiù vogliono che stiano. Dio però è un cuore tenero, non sa dire di no a nessuno, e quindi nel Paradiso ci stanno cani e porci, per la disperazione di Pietro e degli angeli che devono sorbirsi le lamentele. Perché anche l'anima più candida si incazza un pochino se si trova a fianco di un assassino con le mani ancora sporche di sangue, o uno speculatore finanziario, o un onanista incallito, o un sodomita. Ma come, dice Dio, che problemi hanno i sodomiti? L'hai scritto Tu, rispondono in coro le anime candide. Non l'ho scritto Io! tuona Dio, ma niente, scripta manent. E così, in cielo come in terra, ci sono i posti in prima fila e posti in piedi, platea e galleria, curva e parterre numerato, serie A e serie B, perché Dio è talmente buono da risultare fesso. Per questo motivo anche le messe sono drammatiche. Dio lascerebbe perdere, ma la folla rumoreggia. Ma come, si indigna Dio. Non vi basta contemplare il Mio volto? Ma quelli non vogliono sentire ragioni, nemmeno le ragioni divine. Sono abitudinari, vogliono la Messa. Al momento del segno della pace, però, puntualmente salta fuori quello che non vuole stringere la mano al vicino perché suda troppo o perché ci litigava da vivo e non vuole smettere di farlo da morto. E pensare che è il momento della Messa che Dio preferisce, l'unico momento in cui barriere densissime possono frantumarsi di fronte alla semplicità - banalità - di una stretta di mano. Dio si arrabbia molto quando i preti non fanno scambiare il segno della pace, e si arrabbia ancora di più con gli inquilini del Suo condominio. Volete la Messa? Allora la faccio come la voglio Io, chiaro? Al che - miracolo! - tutti si ammutoliscono, e per qualche, magico momento si instaura l'olimpica felicità a cui gli uomini anelano per tutta la vita, senza rendersi conto che nessun Dio ha tanto potere di concederla quanto loro stessi.

4 commenti:

  1. Gustoso e intelligente, ma l'incipit è addirittura geniale. Come potrebbe un Essere supremo e perfetto apprezzare la demenzialità di giaculatorie ripetute ossessivamente a pappagallo?
    C'è più mistica religiosa in un cagnolino che si fa una sega contro un tronco d'albero che in una vecchia beghina che sbiascica la milionesima avemaria sperando di guadagnarsi un egoistico biglietto per la vita eterna...

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  2. Godibilissimo, raccoglili questi scritti brevi che davvero meritano la pubblicazione :)

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  3. Potrei montarmi la testa... Ricevere i complimenti da lettori selezionati, tra cui un prof universitario e un vero scrittore non è cosa di tutti i giorni. Vincenzo, sarebbe il mio sogno. Ma non so se a qualche casa editrice possano interessare i miei vaneggiamenti, e avendo letto il libro dello Zio (purtroppo o per fortuna) è facile rendersi conto in quale pantano ci si debba muovere. Scrivere mi appassiona e cerco di migliorare anche grazie al blog, ma non mi reputo di certo uno scrittore, e ogni complimento che ricevo è puro oro per me, soprattutto se proviene da persone oneste intellettualmente come voi. Però chissà, sognare non costa niente...

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