giovedì 29 dicembre 2011

Maltempo

Stanco di sentire i telegiornali insultare le piogge e le nevi apostrofandole come "maltempo", di sorbirmi il popolo gioire perché per fortuna non nevica, come se il vero maltempo non fosse quest'aria asciutta e sporca che irrita il naso e la gola, questo sole troppo caldo che inaridisce i monti e ci fa presagire stagioni di fiumi fangosi e assetati dall'inverno troppo avaro. Stanco di vedere esistenze che strisciano muso a terra, giorno dopo giorno, senza fare null'altro che lamentarsi per le questioni più insignificanti, gonfiarle fino a far occupare loro tutto il campo visibile e renderle fondamentali come l'aria che si respira. Stanco di sentirle da parte di chi ha davvero poco da lamentarsi, ma è talmente confinato nella sua mediocrità da essere totalmente cieco davanti alla vera sofferenza, alla vera disperazione, anche quando se la trova davanti al naso. Stanco di sentirle ripetere da chi ha tutti i mezzi e tutta la forza per alzarsi e respirare aria pulita, invece di strisciare nel fango, e non lo fa perché troppo preso a commiserarsi per la sua triste situazione, ad arrabbiarsi con il governo, con gli astri o con chi capita, dissipando così una vita che forse qualcun altro meriterebbe di più. Stanco di osservare il senso della vita disperdersi in mille inutili rivoli solamente perché non si è capaci di convogliarla con la propria forza, la propria convinzione, delegando così il conseguimento della felicità a eventi per forza di cose sempre contingenti e mai definitivi, mai dettati da un imperativo personale. Stanco di costatare che troppo spesso occorrono veri e propri cataclismi per ricollocare ogni cosa nel giusto ordine, per convogliare i mille fiumiciattoli in cui il senso si era disperso e riprendere così un corso che forse impareremo a scavare con le nostre mani, invece che lasciare il compito ad altri. Stanco di aspettare la neve di cui sono assetato, allo stesso modo dei fiumi. Quando arriverà le dedicherò un brindisi. Al maltempo, dirò, perché anche se tutti ne parlano e se ne lamentano, nessuno sa cos'è veramente.

4 commenti:

  1. SIAMO ESAUSTI ALE!
    Davvero, il maltempo è l'aridità, è lo scioglimento dei ghiacciai che ci porterà tra non molto a essere completamente sommersi

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  2. Già, siamo tutti stanchi. Stanchi ed arrabbiati. Con tutto quello che ci è caduto tra capo e collo è pure umanamente comprensibile, no?
    Meglio prendersela col maltempo, con il governo, con un agente lontano, impalpabile e misterioso, che iniziare a logorare i nostri rapporti affettivi. Del resto, torno a dire, la rabbia, l'indignazione e la stanchezza sono a livelli di guardia da un pezzo.
    Proprio per questo (soprattutto per questo), auguro a tutti voi un 2012 migliore del caracollante anno appena passato.
    Forse alcuni potrebbero dire che ci vuol poco, a renderlo migliore, ma temo che non sia così e non vorrei che arrivassimo tra dodici mesi rimpiangendo il 2011.
    Dunque auguri. E' davvero il momento migliore per farli.

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  3. Che ci vuoi fare: viviamo in un mondo capovolto, che chiama dio il più spietato dei diavoli, e che chiama "Crescita" l'obitorio definitivo dell'intelligenza, della dignità, della gioia, della serenità, la morte definitiva dell'Anima Umana...
    Sono stanco marcio anch'io, ma dài, proviamo ancora a resistere!

    Quindi Auguri anche dallo stanco Zio!

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  4. Davanti a noi un intrico di pesanti problemi ecologici, ambientali, democratici, sociali, civili.

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Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.