venerdì 8 luglio 2011

Quando si parla di calcio diventare berluschini è un attimo

A inaugurare in grande stile la stagione del "così fan tutti" fu Craxi, nel suo celeberrimo discorso in Parlamento. Parole sconcertanti che furono ricambiate a monetine dall'opinione pubblica. La discesa in campo di Berlusconi ingannò gran parte degli italiani, e colui che si era presentato come il moralizzatore della vita politica e civile italiana sfruttò il suo potere mediatico per ribaltare il messaggio: Craxi divenne la vittima sacrificale, i giudici inizialmente osannati divennero i nemici della libertà, il tutto con l'unico scopo di salvaguardare i propri interessi. Con grande abilità manovrò il consenso popolare per far sì che lo seguisse in questa crociata all'insegna della libertà spregiudicata, e così il motto craxiano divenne la regola aurea della maggioranza degli italiani.
Tutte cose sapute e risapute, ovviamente. Così come è risaputo che oggi, in molti, attribuiscano proprio a Berlusconi la decadenza morale e civile del nostro paese. Io credo che in parte sia vero, ma credo anche che lui sia in fondo solamente un prodotto del vizio italiano, un vizio che è stato solamente sdoganato dal premier e che talvolta emerge con violenza anche nel suo più accanito oppositore. Basta dare un'occhiata a Facebook in questi giorni: le conclusioni del procuratore Palazzi riguardo all'Inter nell'inchiesta Calciopoli hanno scatenato un'ondata impressionante di revisionismo tra i tifosi juventini. La pagina di Luciano Moggi è stata inondata da messaggi di solidarietà, gruppi che chiedono la restituzione dello scudetto continuano a moltiplicarsi e compaiono in bacheche che spesso, due o tre righe più in basso, rivendicano con orgoglio la questione morale di Berlinguer o urlano a gran voce la delinquenza di Berlusconi. Un coro all'insegna di quel "così fan tutti, quindi abbiamo ragione noi" simbolo del berlusconismo che dicono di rigettare. Forse è solo effetto del calcio, chissà, ma calcio e politica in Italia vengono vissuti con lo stesso spirito ultrà, quindi la differenza è molto sottile. Per questo chiederei agli juventini anti-berlusconiani di riflettere un attimo: il fatto che anche Moratti e Facchetti non siano stati dei santi cancella forse la manifesta mafiosità di Moggi e company? Come dice Tavaglio, la somma di due ladri fa due ladri, non zero ladri. Perché vedete, questo è il berlusconismo, e se davvero vogliamo superarlo, quale che ne sia la natura, dobbiamo iniziare da queste piccole cose, per non rendere inutile anche il gesto più eclatante e "impegnato".
Per la cronaca, io sono juventino.

6 commenti:

  1. TU sei juventino ma ragioni. A me fa schifo sentire MOratti parlare di moralità e rispetto(lo andasse a dire ai parenti dei morti ammazzati nella Saras se ha le palle).

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  2. Bisogna cominciare a boicottare seriamente… a evitare di dir minchiate, a fare in modo che non si commettano le stesse idiozie che blateriamo poi di non volere… perché l'esempio, secondo me, è sempre l'arma migliore, di difesa e di attacco! Bravo non a uno juventino, ma a uno sportivo.

    O.T. vedo tra i tuoi dischi del decennio Boxer: li ho ascoltati a Ferrara, a parte che lo scenario era splendido, le canzoni tratte da quel disco saranno per sempre impresse, ah, la musica! ;) non c'entrava nulla, scusa, ma volevo condividere. Un saluto

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  3. Il problema è sempre il potere. In altri paese per molto meno avrebbero fermato il campionato di calcio per un anno.
    Ma per questo da noi succederebbe la rivoluzione, solo per questo...

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  4. dICE BENE erNEST, TOCCATECI IL CALCIO E FACCIAMO LA RIVOLUZIONE...

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  5. Già, della Saras si parla sin troppo poco ...

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  6. Scusate l'assenza, ma ho passato un intenso periodo di esami... e faccio sempre più fatica a trovare le parole per descrivere questo dannato paese.

    Petrolio: io i National li ho visti a novembre in quel di Milano, concerto a dir poco strepitoso, e sono felice che ti abbiano entusiasmato come hanno entusiasmato te. Come ho scritto un po' di tempo fa, la musica e gli affetti sono tra le poche armi che possono aiutarci a non affondare nei momenti più complicati. Ti ringrazio per aver condiviso.

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