domenica 5 dicembre 2010
Rivoluzione
Viene da dire che Monicelli è morto in tempo, e viene da pensare che forse non è stata la malattia spingerlo sul balcone. Forse ad ucciderlo è stata quest'Italia. Forse nelle fibre del suo corpo, ancor prima della sua mente, sentiva il veleno che sta uccidendo questo paese. Viene da credere che le sue orecchie non riuscivano più ad ascoltare la poltiglia che ogni giorno tocca nuovi, ma non inaspettati, apici di grottesco. Lui, che con i suoi occhi ha sempre guardato oltre, forse aveva previsto l'ennesima, merdosissima vetta. Aveva sentito, prima di tutti gli altri, il pacato "me ne frego" di Verdini nei confronti del Capo dello Stato e il successivo tentativo di mediazione di Calderoli (e ripeto, Calderoli), e deve essersi detto: no, questo non potrei più sopportarlo. Non tocca più a me. Tocca a voi. Io ho provato ad indicare la via, sta a voi seguirla. E se non ne avete il coraggio, allora non vi meritate altro che un bel vaffanzum.
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Si, ci dobbiamo impegnare per un paese migliore. Lui ha già fatto tantissimo nel farci vedere i lati più scomodi e meschini di certi figuri...
RispondiEliminaCiao Ale, buona domenica.
Mi viene da pensare che forse bastava anche la vetta precedente alla sua dipartita, senza immaginarsi la successiva.
RispondiEliminaMa penso che abbia solo sentito che quello era il modo più vero di andarsene in un paese di plastica.
Mi unisco al vaffanzum!
RispondiEliminap.s. ma il politicante cretino che citavi, sarà stato conscio del fatto che dire "politicamente ce ne freghiamo" equivale a citare il nefasto maialetto di predappio, o l'avrà fatto involontariamente, ennesima ulteriore gaffe di questi nostri politici imbecilli e ignoranti?
Anche secondo me non ne poteva più di tutto (compresa la situazione paradossale degli attori e registi a manifestare).
RispondiEliminaSu quello che pensava Monicelli non ci sono certo dubbi!
RispondiEliminaLa riflessione è suggestiva, ma sono più propenso a credere che in questo caso la realtà delle cose sia stata assai più prosaica. A 95 anni (novantacinque!), il pensiero della sofferenza della malattia e della sopportazione di una terapia (per aggiungere quanto a quei 95 anni?), possono a buon diritto spingerti a decidere il finale del tuo film.
RispondiEliminaPremesso ovviamente che quella di Monicelli é stata una scelta privata che non credo certo dettata da ragioni sociali e politiche ma dal suo stato di crisi della malattia, le parole del tuo post sono asciutte, graffianti, profonde, e senza fronzoli arrivano dritte al cuore della gente e della questione. Hai ragione molti italiani meriterebbero un bel vaffanzum.
RispondiEliminaManie da Romanzo Criminale, la serie.
RispondiElimina"Guarda che quanno arivi in cima, poi puoi solo scénne".
sì hai ragionissima, ci ho pensato anch'io, è l'unione dei vari 'non voglio più vedere', 'ora basta', e una frase bellissima da lui pronunciata tempo fa, ma non molto: "Non voglio finire in una casa di 'riposo', e se proprio dovesse diventare necessario, saprò come non arrivarci"… libertà massima! vaffanzum!
RispondiEliminaSi dobbiamo decisamente darci da fare ma veramente...
RispondiEliminaScusate l'assenza, ma in questi giorni sono stato impegnato... Sì, lo so, Monicelli non ha di certo compiuto il suo gesto per il motivo da me descritto. Ma credo che in questa sua scelta ci sia davvero un messaggio che va al di là delle motivazioni personali, ed è triste che anche personaggi di una certa cultura (vedi Pupi Avati) non l'abbiano colto, o abbiano fatto finta di non coglierlo...
RispondiElimina@Zio: non so cosa dire. So solo che, come al solito, in un paese normale sarebbe stato seppellito dalle polemiche e dalla vergogna, e sarebbe sparito in un buco da cui non sarebbe più emerso. Ma qui sono a loro agio nella merda che loro stessi producono...