Robert Edwards, il pioniere della fecondazione assistita, è premio Nobel per la medicina. La reazione ecclesiastica è arrivata puntuale e scontata come ci si poteva aspettare, ma acquista un sapore tutto particolare dopo le esilaranti dichiarazioni di monsignor Fisichella in seguito alla bestemmia del Caro Premier. L'invito a "contestualizzare" da parte di chi pretende di tagliare con l'accetta bene e male come fossero entità distinte e assolute non merita ulteriori commenti.
Il bene e il male assoluti non possono esistere nel mondo reale. Tutto viene considerato e giudicato in rapporto a qualcos'altro, non può essere altrimenti, e questo discorso vale al massimo grado per la fecondazione assistita, una tecnologia che avrà un impatto sempre maggiore nel futuro. Per questo motivo l'atteggiamento tenuto dalla Chiesa è ottuso e pericoloso: chiudere gli occhi pronunciando stupidi anatemi non fa che accelerare la deriva che dicono di temere.
Perché il rischio c'è, è altrettanto sciocco negarlo. Se da una parte il desiderio di maternità è quanto di più naturale possa esserci, dall'altra il rischio che questo desiderio diventi una sorta di ossessione, puro egoismo in cui il figlio da fine diventa il mezzo per colmare un vuoto personale, spesso per mascherare i problemi di una coppia, è alto. E da quando esiste la fecondazione assistita è diventato altissimo, arrivando a volte a toccare vette sconcertanti, con donne che vengono fecondate a 50-60 anni, se non oltre. Queste mamme pensano davvero ai loro figli? Si chiedono se una differenza generazionale così grande possa dare loro dei problemi? Credo che sia fondamentale porsi queste domande, senza avere la presunzione di giudicare nessuno.
È proprio questa presunzione che trovo insopportabile, e non solamente nella Chiesa. È meglio per un adolescente avere una madre di 80 anni o due genitori omosessuali? È meglio vivere con un padre divorziato o con due genitori separati in casa che non fanno altro che urlare? È meglio inseguire ossessivamente il desiderio materno (e d'altra parte, chi ancora oggi va dicendo che una famiglia senza figli, incapace di procreare, in fondo non sia una vera famiglia?) o farsene una ragione, riponendo l'amore che si sarebbe voluto riversare su un figlio in qualcos'altro? A queste domande esistono infinite risposte, spesso agli antipodi l'una all'altra. Se la Chiesa provasse a porsele, evitando di dare risposte preconfezionate e scadute, il ruolo di guida morale e spirituale che pretende di avere per milioni di persone farebbe un bel salto di qualità. Ma dubito fortemente che questa Chiesa abbia la volontà di spiccarlo.
Chi va avanti a dogmi e col paraocchi può fare solo danni ad una società!
RispondiEliminaun saluto
Ah si, di sicuro la chiesa non si pone alcun interrogativo... Punta il dito e basta.
RispondiEliminaRiflettendo però c'è un vantaggio per le sessantenni che si fanno fecondare... Mangeranno omogeneizzati e pappette insieme ai loro figli. :D
Battute scleranti a parte il succo della questione rimane che hai pienamente ragione Ale.
Sul problema della tecnica della fecondazione in vitro in sé, da quello che ho capito, la posizione intransigente della chiesa è relativa al problema di selezione e soppressione degli embrioni, che per lei sono già vita.
RispondiEliminaLa faccenda dell'età anagrafica delle madri fecondabili in vitro è altra (e delicatissima) questione.
Che poi la chiesa lanci anatemi a destra e a manca, bè sono 2000 anni e rotti che lo fa. E' l'attività che le è sempre riuscita meglio. Quella con cui esercita il suo potere sulle persone. Serve aggiungere altro?
Hai ragione, il problema è complesso. E il modo migliore per NON affrontarlo è affidarsi ancora a ritrite fanfaluche mitologico-superstiziose. I Kiesajoli, con l'assurda pretesa di dividere il mondo in pastori (loro) e pecore (noi) hanno semplicemente rotto il cazzo. E ancor più l'hanno rotto i giornali di merda come il Corriere della Perpetua che non fanno altro che sparare in prima pagina a caratteri cubitali le insulse scorregge vescovili e papestri. Pensate il vespaio se il Nobel l'avessero dato a qualche altra degnissima persona, per esempio l'inventore del Preservativo...
RispondiEliminaMi ricordo una lezione di religione (l'insegnante era un prete) in cui si parlava di questo argomento. IN realtà quel prete ci parlava di questioni di bioetica e lo trovavo interessante perchè non era il solito predicatore che cerca di portarti alla conversione. Da quella lezione venne fuori qualcosa che non conoscevo prima, in seguito approfondii l'argomento e ne uscì un post
RispondiEliminahttp://iofuoridalcoro.blogspot.com/2008/12/fecondazione-artificiale-e-adozione.html
Per quanto riguarda il Vaticano, tra bestemmie e quest'ultima vicenda, io credo che quegli alti prelati siano tutti uguali: a loro interessa solo lucrare e se ne strafottono della morale. TRadotto: predicano ma razzolano malissimo
* Inneres Auge
RispondiEliminadiciamo che predicano male e razzolano peggio... :D
Dal punto di vista dottrinale forse entrano in gioco altri alcuni aspetti che per chi non crede sono insignificanti o del tutto assurdi, mentre per chi crede sono fonte di riflessione. E'difficile trovare un equilibrio, ognuno ha le sue ragioni, forse anche la madre ultrasessantenne altro non è che l'epilogo delirante dell'inveterato stereotipo di femmina-fattrice, non necessariamente confinato al pensiero cattolico.
RispondiEliminaIn realtà la Chiesa contesta non solo la selezione degli embrioni, ma anche il fatto che la fecondazione avvenga attraverso un processo "non naturale", non derivato da "un atto d'amore". Per il resto Sara ha perfettamente ragione: sta alla sensibilità di ognuno valutare, in base alle proprie convinzioni etiche, culturali, religiose. La Chiesa potrà anche essere contraria, ma non può non discuterne, non può evitare il dibattito, perché la ricerca e il progresso scientifico non fanno altro che sgretolare passo dopo passo le certezze che una volta erano considerate assolute. Recentemente si è scoperto che dopo la fusione dei gameti i due patrimoni genetici rimangono separati per un certo lasso di tempo. L'embrione nei primi stadi, quindi, ha due DNA separati. È già vita umana quella? È triste spaccare il capello in quattro, ma è inevitabile con chi utilizza l'obiettività scientifica solamente quando fa comodo.
RispondiEliminaintanto secondo un lancio Ansa di poco fa la legge 40 tornerà al vaglio della consulta (richiesta del tribunale civile di Firenze)
RispondiEliminahttp://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/10/06/visualizza_new.html_1755647470.html
Dopo il Nobel a Edwards, questa è un'altra notizia interessante...
@web runner: è una bella notizia, e la coincidenza con il Nobel a Edwards sembra davvero un bello scherzetto ai porporati...
RispondiEliminaIn mezzo tra l'oscurantismo e il progresso scientifico (concetto poi tutto da analizzare eh...) c'è l'umano, che non credo si possa interpretare in modo unilaterale, alla luce della sola fede o secondo il criterio esclusivo della ragione. Ci sono tante dimensioni in noi, che non sono razionali, sono extrarazionali e nondimeno hanno il loro status legittimo.
RispondiElimina@Sara: è verissimo quello che dici, e proprio per questa complessità credo che non possano esistere leggi che delimitano in maniera così rigida ciò che è lecito fare.
RispondiEliminaQuoto Ernest. Aggiungo che la legge 40 era già una vergogna quando uscì all'epoca. In questi anni poi la Consulta ha spesso "limato" la legge, la quale che fosse in costituzionale era già evident al momento della sua promulgazione. Concordo che sia un tema delicato ma di fatto "il punire" una coppia che non può procreare lo trovo vergognoso.
RispondiEliminami piace il tuo approccio, è pieno di interrogativi. E' questo che lo rende 'inopportuno' in ambienti dove abbondano solo le risposte.
RispondiElimina@Daniele: vergognoso e stupido, perché l'unico risultato è il fiorire del turismo procreativo.
RispondiElimina@Antonio: riguardo ad argomenti così delicati non possono esserci risposte assolute. I dogmi sono fatti per essere costantemente smentiti.