giovedì 23 settembre 2010
Sakineh: il remake ipocrita
Teresa Lewis è una donna di 41 anni con problemi mentali, condannata a morte 7 anni fa con l'accusa di aver imbastito l'omicidio del figliastro e del marito. Questa notte un'iniezione la ucciderà. A leggere la sua storia, c'è da chiedersi come gli Stati Uniti possano rappresentare il modello di civiltà a cui a quanto pare tutto il mondo occidentale e non solo aspira. Un modello fondato sul potere del denaro e un maschilismo ancora difficile da scalfire, in cui accade che se sei una donna minorata mentale e con scarse possibilità economiche finisci al rogo, mentre il vero carnefice, colui che ti ha abilmente usato, se la cava con un ergastolo. Ovviamente questa vicenda ha provocato un centesimo del polverone sollevato dalla storia della povera Sakineh, per la quale si sono mobilitati stati, politici, associazioni, celebrità assortite. Ma io mi chiedo: sono così diverse le sue storie? È così sbagliato affermare che la storia di Teresa è la versione ipocrita, più facile da indorare, della controparte iraniana? Facile, perché l'Iran è un paese teocratico, totalitario, impregnato di leggi e credenze che definire barbare è dire poco. È facilissimo mobilitarsi contro la lapidazione in un paese così cattivo, così distante geograficamente e culturalmente. Ma è interessante osservare quanto questo impegno, questa mobilitazione, si affievolisca quando questa distanza si riduce. È difficilissimo mobilitarsi contro le decisioni di un paese "civile". Ti prendono per estremista, sovversivo. Ma una società in cui una dura critica viene accolta come un estremismo, non è forse estremista a sua volta?
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Questo è un esempio dell'ipocrisia che domina il mondo. Un esempio del fatto che donne e uomini non sono sullo stesso piano nemmeno nel cosidetto occidente. Io credo che oggi ci vorrebbe anche un nuovo femminismo che dovrebbe essere più
RispondiEliminaforte e duraturo del precedente. Perchè le donbne non hanno reagito agli scandali sessuali dei politici nostrani degli ultimi anni?
La stupidità è trasversale Ale e i popoli rimangono stritolati.
RispondiEliminaLa civiltà è ancora lontana: questa è barbarie travestita. La pena di morte va abolita in qualsiasi angolo del mondo, così some va abolita la concentrazione delle ricchezze dell'intero pianeta nelle mani di pochi, egoisti omuncoli.
RispondiElimina"Facile, perché l'Iran è un paese teocratico, totalitario, impregnato di leggi e credenze che definire barbare è dire poco."
RispondiEliminaNel corso dei tre viaggi compiuti da quelle parti non ho assistito né a lapidazioni né ad impiccagioni, né ho notato nei miei interlocutori alcun immediato timore di fare una burtta fine.
Al contrario ho apprezzato la sobria, sana ed essenziale vita quotidiana della popolazione e conversato in inglese con una quantità di ragazze dotate di un'eleganza e di una competenza che invano cercheremmo negli equivalenti reperibili nella penisola italiana, e che per prime mi rivolgevano la parola.
Nel corso del primo viaggio mi capitò in mano una copia del Tehran Times in cui -era dicembre inoltrato- la testata faceva gli auguri di buon Natale "a tutti i cristiani del mondo" ed in cui il titolo in prima pagina affermava "I bambini di Bam sono la prima priorità nazionale". Un paragone con la pornografia infetta che in "occidente" prende lo strano nome di "libera stampa" sarebbe per lo meno umiliante.
Questi sono solo alcuni dei motivi che mi hanno portato da tempo a concludere che la "informazione" massmediatica in merito alla Repubblica Islamica dell'Iran sia costituita in blocco da menzogne e spazzatura.
Dubbio legittimo e sacrosanto. Ma dice bene Ernest... La stupidità è trasversale e questo non giova ai popoli, ad ogni latitudine o longitudine.
RispondiEliminaCondivido in toto ciò che dici. E' mediamente più difficile fare autocritica di quanto non sia difficile criticare un regime totalitario. L'importante è avere comunque ben chiare le differenze. Infatti accanto al tratto barbarico della pena di morte che accomuna, nel tuo esempio, gli USA e l'Iran bisogna fare poi ben attenzione a non pareggiare e omologare le due situazioni politiche e democratiche livellando tutto al basso. Nel dubbio (assurdo, ma mi sembra che qualcuno potrebbe avere) leggersi o rileggersi "Leggere Lolita a Teheran", chè altrimenti per un'assonanza drammatica si rischia di non saper più capire la realtà.
RispondiEliminaciao, silvano.
Odio la pena di morte e l'assurda odiosa demagogia degli USA, non sono per niente meglio del regime iraniano, anzi ...
RispondiEliminaEcco appunto.
RispondiEliminaSilvano ha centrato la questione in pieno. L'intento del post non è fare un paragone tra Stati Uniti e Iran. Sarebbe scorretto, non ha senso. Volevo semplicemente sottolineare il doppio, se non triplo binario su cui viaggia l'indignazione, e man mano che ci si avvicina al nostro mondo la lucidità via via svanisce, fino a perdersi totalmente quando si parla di politica interna. Forse è sbagliato fare raffronti del genere, ma pensiamo alla reazione politica e civile di fronte ai fischi e al fumogeno lanciato a Bonanni alla festa del Pd...
RispondiElimina@Io Non Sto Con Oriana: è vero, la stampa e l'informazione ci mettono molto del loro a ritrarre l'Iran come il Male sceso in terra. Certo è che un Presidente che auspica un giorno sì e l'altro pure la distruzione di Israele e le violenze che puntuali si riaccendono durante le elezioni non danno un'immagine molto edificante della democrazia iraniana.
Oggi ho postato anch'io sulla Lewis. Adesso, non è che io voglia dire che Iran e USA siano la stessa cosa, ma davvero uccidere una persona che secondo qualsiasi civiltà politica non può essere considerata colpevole perchè psicolabile, getta una terribile luce su una società, evidentemente accecata da un'ideologia produttivistica e distruttiva, differente certo da quella iraniana, ma migliore secondo quale criterio oggettivo?
RispondiElimina@Vincenzo: è una domanda che mi faccio anch'io. Ripeto: continuo a pensare che fare paragoni sia inopportuno, ma gli Stati Uniti, da sempre, offrono un modello di civiltà con cui non mi riconosco per niente, e non sto parlando solamente del discorso "pena di morte". Penso ad esempio al sistema sanitario, in cui si scelgono le prestazioni in un menù, e se non puoi permetterti il ristorante migliore sono fattacci tuoi. Questa idea di società mi fa rabbrividire, ed è raccapricciante osservare come l'Italia stia andando in questa direzione.
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