mercoledì 3 febbraio 2010

La doppia morale

Ma non poteva starsene zitto, Morgan? Non poteva, per una volta, essere ipocrita, fasullo, patinato come il giornale che pubblicherà l'intervista? Poteva perlomeno aspettare un giorno o due, o addirittura aspettare Sanremo, dove sarebbe stato sicuramente osannato dalla critica. E invece no. Nel giorno in cui la Camera approva il "legittimo impedimento", che suona molto meglio di "mi faccio processare, se proprio devo, quando c***o voglio io", il buon Marco Castoldi ha dato l'assist perfetto a questa maggioranza, che durante tutta la giornata si è lustrata ben bene di fronte ai media, a colpi di dichiarazioni degne della miglior Pubblicità Progresso. Si è rivisto, dopo una lunga assenza, l'ineffabile Giovanardi, mister "Farsi-una-canna-è-come-farsi-una-pera", ma è stata la sempre meravigliosa Alessandra Mussolini, ad illuminarci con un autentico colpo di genio: facciamo l'antidoping a tutti i cantanti. Sono assolutamente d'accordo con lei: quale migliore occasione per silurare definitivamente il Festival della Canzone Italiana (e da quest'anno, Dialettale)? Rimarrebbe davvero poca roba, da presentare sul palco. Due o tre cantanti, non di più.
Ma tant'è, questa è la situazione. Questa è la vera doppia morale di questo misero paese, non quella di cui ha parlato la Lega oggi, riferendosi all'opposizione. E non può essere che così, perché qui tutto si sdoppia: la giustizia, le sale d'attesa, i concorsi pubblici, ed anche la morale. Qui abbiamo gli obiettori di coscienza che fanno gli aborti clandestini, qui combattiamo la prostituzione in strada, ché tanto le zoccole (ops, escort), noi che abbiamo i soldi, ce le portiamo nel lettone e non ci vede nessuno; qui abbiamo i signori "mandiamoli-tutti-a-casa-loro" che si tengono la domestica filippina in nero, e qui abbiamo i moralisti di professione, quelli che, per carità, un cantante che si droga a Sanremo non ci può stare, ma un signore condannato per molestie (vedi Tyson) va benone, perché è una star internazionale, e che diamine! Quelli che: facciamo l'antidoping ai cantanti, perché è noto che un drogato che canta è socialmente pericoloso, ed invece, agli Onorevoli, solo se lo vogliono loro. D'altronde loro non fanno del male a nessuno. Dovrebbero discutere le leggi, fare proposte, parlare, ma alla fine dei conti, con tutti questi voti di fiducia, devono solo schiacciare un bottone, e se loro sono troppo rintronati dalla polvere magica o dalla cannetta del dopo pasto, c'è sempre il vicino di banco che può dare una mano a non confondere i tasti.
Sempre che non abbiano pranzato assieme, ovviamente.

2 commenti:

  1. Bash ricordo che RTyson era stato ospite pure al festival condotto da Bonolis di qualche anno fa. Poi è stato da Chiambretti (che trovo decisamente servile verso il potere, purtroppo) e dalla Carlucci. Non c'è da stupirsi in un paese in cui i riminali ricoprono cariche pubbliche.
    Penso sempre di più he ha ragione Giorgio Bocca

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  2. Sanremo non è altro che lo specchio di questo paese ipocrisia condita con doppio perbenismo. Uno si può drogare basta che non lo dica (della serie quanti cantanti famisi opiti in passato ci sono stati non molto lucidi)... che schifo questo è un paese governato da uno che va a puttane, ha amici che trafficano droga, organizzano festini, pentiti di mafia che parlano di suoi incontri... ma Giovanardi e co. si scandalizzano perchè in un'intervista (quindi senza prove) un cantante che non ha nessuno impegno etico e morale nei confronti di elettori e famiglie ha dichiarato di assumere droga... della mussolini non parlo nemmeno perché se fossimo in un paese normale non esisterebbe nemmeno.
    un saluto
    ah... dimenticavo
    “Cattiveria intesa come sete di potere, di numeri, di soldi e pubblicità. Un capitalismo sfrenato che ha perso di vista qualsiasi senso dell’esistere. Ha fatto cose cattive anche contro di me, lo sai? Ora che Berlusconi ha infarcito la Rai di scagnozzi, la De Filippi comanda pure lì” queste sono le dichiarazioni di Morgan prima di essere espulso... epurazioni?!?!?

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Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.