sabato 24 ottobre 2009

Due parole magiche

Chissà se il signor Minzolini pensa che la vicenda del governatore Marrazzo sia solamente gossip. Non è una domanda retorica, perché è pressoché impossibile non notare il peso che i telegiornali stanno dando a questa notizia. Oggi il Tg2 è iniziato con un ampio servizio, ha scavato nelle storie dei carabinieri che sembra abbiano ricattato il governatore del Lazio. Ha infine sottolineato l'opinione sempre più diffusa che Marrazzo debba rassegnare le dimissioni. Insomma, una cronaca dettagliata della vicenda, e ci mancherebbe altro! Un governatore regionale costretto a pagare un gruppo di carabinieri che minacciano di rivelare i suoi rapporti con un transessuale: è forse un fatto privato, questo? Direi proprio di no. Non mi importa niente dei gusti sessuali di Marrazzo, mi importa che questa storia l'abbia portato a mentire di fronte all'opinione pubblica, dichiarando che l'intera ricostruzione "è una bufala", salvo poi confessare l'esatto contrario di fronte agli inquirenti. Di questo mi importa. Questo non è un fatto privato. Marrazzo è ormai un soggetto vulnerabile, non più credibile agli occhi dell'opinione pubblica, pensando al ruolo che ricopre, ed è per questo che deve dimettersi, a prescindere dal rilievo penale che potrebbe avere questa storia. E sempre a prescindere dal rilievo penale, è una storia che va raccontata. Infatti i Tg la raccontano, senza remore, senza badare al pubblico e al privato. Sembra quasi che l'informazione in Italia sia tornata accettabile. In realtà basta applicare una semplice regola, una legge non scritta che vale per tutta l'informazione, soprattutto televisiva: ci sono due paroline magiche, ma proprio due, che se comparissero da qualche parte in questa vicenda, la farebbero sparire, immediatamente. In pratica, le storie senza queste due parole magiche si possono raccontare, le altre no. Credo possiate arrivarci da soli, a quali possano essere le due parole, ma vi do un piccolo suggerimento: la prima inizia per S, la seconda per B.
E' una regola infallibile. Provare per credere.

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