lunedì 3 dicembre 2012

Biciclette senza freni


Per il turista italico Amsterdam è pericolosissima. Rischia la vita quando esce dall'albergo o da uno degli innumerevoli locali in cui cibo e birra sono sempre ottimi e i camerieri gentilissimi. Rischia la vita nel celeberrimo quartiere a luci rosse dove le vetrine da cui donne giovani e meno giovani ti fanno l'occhiolino, mirabolanti sexy-shop e negozi specializzati nella vendita di preservativi stanno a un metro dall'ingresso di una chiesa. Rischia da morire di fronte ai coffeeshop, posti vagamente simili agli italici locali di qualche tempo fa, con la sola differenza che non è possibile distruggersi il fegato e i neuroni di Jack Daniel's e la nube di fumo ha un odore intenso come quello dei sigari ma più gradevole e meno fastidioso di quello delle sigarette. Rischia la vita nelle piazze e nei vicoli strettissimi in cui la polizia sembra assente e nonostante ciò non accade quasi mai nulla, non si vede nessun attaccabrighe, nessuna rissa, nessuna faccia losca che ti faccia camminare veloce e con la testa bassa.
Eppure il turista italico rischia. Rischia la vita ad ogni svolta, ad ogni incrocio, su ognuno della miriade di ponticelli che dall'alto fa assomigliare la città a una strana ragnatela acquatica. Rischia ovunque. Perché il vero pericolo di Amsterdam, per un italico, è di essere investito da una bicicletta, la vera padrona della strada.
Con ogni tempo e ad ogni ora sfrecciano di qua e di là consapevoli della loro supremazia. Si prendono la precedenza nei confronti di tutto e di tutti, e sono senza freni. Letteralmente.
Perché le biciclette di Amsterdam non hanno i freni.
All'inizio non ci si crede. Guardi questi strani bicicli con la sella e il manubrio molto alti per stare con la schiena dritta e non vedi cavi e maniglie di sorta. Avranno un freno sul pedale, deduci. E invece no. Le strade sono talmente piatte che per rallentare basta smettere di pedalare. "Ma è pericoloso lo stesso!" dici. È vero, ma loro non si scontrano mai, perché stanno dove devono stare. E l'italico turista in un posto del genere è un alieno stupido che non sa dove stare, quindi rischia in maniera stupida. Molto, molto più stupida che a casa sua, certamente, dove può rischiare di schiantarsi dopo essersi ubriacato il sabato sera, o di dilapidare tutto il patrimonio familiare davanti a un video-poker; oppure ancora, di contrarre qualche malattia da una civetta con cui non ha voluto usare precauzioni e passarla con allegria alla propria compagna cornuta. Questi sono i rischi giusti, i rischi accettabili per una società perbene, ne convenite?
Altro che farsi tirare sotto da una bicicletta.

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo.
    " ... ma loro non si scontrano mai, perché stanno dove devono stare ..."
    Ciao

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  2. Sono stata investita ieri da una bicicletta in pieno centro di Amsterdam...vero .stupidamente ho attraversato la strada e nel caos della gente non ho visto la bicicletta spuntata all improvviso veloce come un lampo...sono stata spinta con violenza sul marciapiede e ho sbattuto gomito ginoccgia e viso...mi sono fatta molto male e sono ancora sotto choc
    Ma che civiltà è quest a?più importanti i ciclisti di una vita umana?ovvio il ciclista non se n è fregato niente ed è andato via tranquillamente

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Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.