Lucio Battisti è probabilmente il più grande scrittore di musica leggera italiano. I suoi innumerevoli gioielli hanno cambiato radicalmente il modo di concepire la "canzonetta" e ancora oggi risultano di una freschezza e di una modernità inconcepibili per la musica di oggi. Il suo successo non è casuale: a dispetto dell'apparente semplicità delle sue canzoni, Battisti è stato un grande sperimentatore, alla costante ricerca di nuove soluzioni sonore, ricerca che è possibile riscontrare in tutti i suoi pezzi. Ma se tutti conoscono La canzone del sole e I giardini di marzo, pochissimi sanno dell'esistenza di un Battisti diverso, forse meno immediato e accessibile, ma non per questo minore, anzi.
Anima latina è la meraviglia sconosciuta della discografia di Battisti. Esce nel 1974 dopo una serie di successi che lo hanno portato ai vertici della musica italiana. Forse è proprio per questo che Battisti tenta di svicolarsi dal marchio ormai indelebile di re delle classifiche, costruendo un album così spiazzante e diverso da quelli a cui aveva abituato il pubblico. E forse è per questo che, nonostante venda tantissimo, ben presto verrà dimenticato a favore dei successi di sempre.
Un Battisti così non può che spiazzare: canzoni lunghissime, ricche di parti strumentali, in cui la classica alternanza strofa-ritornello-strofa è totalmente stravolta. L'attitudine è quella tipica del progressive, ma Battisti lo rilegge in una forma inedita e geniale. Come si può intuire dal titolo, infatti, la via scelta è quella della musica sudamericana, piena di ritmo e calore. È un progressive mediterraneo, lontanissimo dai barocchismi dei Genesis e dei King Crimson. I sintetizzatori si fondono con le percussioni e i fiati creando una miscela inconcepibile per l'epoca, e su questo tappeto sonoro la voce di Lucio è uno strumento aggiuntivo che raramente prende il sopravvento, quasi a non voler distrarre l'ascoltatore dalla musica. Ma tutta questa ricchezza e innovazione sarebbero inutili se alla base non ci fosse il genio innato, capace di scrivere melodie indimenticabili. Perché la melodia c'è, ma è servita in modo diverso. Ne è un esempio lampante la title-track, una descrizione delle favelas brasiliane dalla potenza quasi pittorica, in cui la voce di Lucio sembra letteralmente ruzzolare "dai tetti di lamiera":
Spesso mi dicono che ascolto poca musica italiana. È vero, ma ne ascolterei molta di più se ci trovassi qualcosa di bello, interessante, che sappia stupire ed emozionare senza ricorrere alle solite furbate da classifica e da reality. Anima latina - assieme a quasi tutta la musica di Battisti - rappresenta tutto questo. Perché la bellezza non si ottiene scendendo a compromessi. Occorre talento e ancor più coraggio, mentre al giorno d'oggi sembra che contino solamente la presunzione e la sfacciataggine.
Di Battisti ho sempre riconosciuto l'importanza assoluta rispetto alla musica italiana e l'assoluta genialità del linguaggio "pop", ma ammetto di averlo sempre profondamente detestato, e dunque ascoltato poco.
RispondiEliminaOttimo recupero, comunque.
mmm... non avevo mai sentito questa canzone. Mi piace
RispondiEliminaBattisti...e Mogol!
RispondiEliminaIo però ti confesso il mio debole per "le cose che pensano".
Conobbi ed apprezzai anche questo Battisti. Con il cuore, come faccio con la musica che mi piace, perché non ho competenze tecniche di settore.
RispondiEliminanon l'avevo mai sentita!
RispondiEliminaIl blackout di Blogger ha fagocitato dei commenti, ecchecazz...
RispondiEliminaio ho sempre saputo che le parole gle le scriveva Mogol e che quando questi, credendolo finito, le dette a Cocciante, si mise a bere come un pazzo in quel di Como perchè il successo lo abbandonò nel giro di un paio d'anni.
RispondiEliminaNeanch'io la conoscevo, bellissima...
RispondiEliminaBlogger ha vaporizzato il mio commento, però se non l'hai fatto già ti suggerisco di andare sul blog di @enio dove si racconta nientemeno che il concerto di Marley a San Siro nel 1980. Un pezzo di Storia. Anzi una Leggenda.
RispondiElimina@MrJamesFord: grazie, anche per l'onestà intellettuale!
RispondiElimina@Inneres Auge: allora procurati il disco intero, ne vale la pena...
@enio: credo che in questo disco Mogol dia il meglio di sé. Purtroppo è finito a scrivere i testi della Tatangelo...
@notizie dal futuro: benvenuto!
@Sara: sì, Blogger ha fatto un bel danno, ma mi ricordo che citavi "Le cose che pensano". Non conosco bene il periodo-Panella, mi adeguerò!
Io nel 1980 ero ancora nell'iperuranio, dannazione...
Battisti a rivoluzionato la musica italiana con altri giri armonici. I giovani cantanti di oggi quando cantano le parole da una parte la musica da un altra parte. Non c e armonia sono canzoni a buon mercante orecchiabili. Battisti lo possiamo paragonare a qualsiasi cantante o gruppo a livello internazionale. Basti pensare che canzoni uscite negli anni settanta erano avanti almeno trent anni
RispondiEliminaAnima latina grande musica e canzone
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