martedì 9 novembre 2010

21/12/2012

Ha vomitato di nuovo, e ormai non smette più. Prima di andare a dormire ho posato una bacinella accanto a lui, nella speranza che sarebbe bastato. Mi sbagliavo, e mi sbagliavo di brutto. La bacinella straborda, non basta più, lo schifo è tracimato, ed è roba tossica, puzzolente. Ha corroso il pavimento, formando un buchetto da cui posso vedere la camera degli inquilini al piano di sotto.
Ha iniziato questo pomeriggio. Giletti stava discutendo con i suoi valenti opinionisti del delitto di Avetrana, prima di passare alla puntualissima polemica pre-sanremese. Ho indossato le cuffie del mio lettore mp3 e per un quarto d'ora il mondo, grazie a Sufjan Stevens, è diventato una cosa lontana e indistinta. Arrivato alla traccia 6 ho iniziato a sentire suoni poco chiari rompere con maleducazione il mio isolamento. Suoni aspri, sgradevoli, ma non particolarmente intensi. Ho alzato il volume per scacciarli via, quando all'improvviso un fracasso assordante ha sovrastato la musica. Mi sono strappato via le cuffie dalle orecchie e ho aperto gli occhi.
Giaceva sul pavimento a faccia in giù, immerso in una pozza rossastra e densa. Da quella rivoltante marmellata di ribes affioravano frammenti del suo pasto: mattoni sbriciolati, pezzi di cravatte, una macchinina giocattolo, il moncone di un'asta da microfono, quotidiani ridotti in poltiglia, un dito, una ciocca di capelli grigia, una lingua. Mi sono avvicinato per osservarla meglio: era biancastra, secca, appuntita, la lingua di chi parla tanto per dire poco. Mi sono chiesto di chi potesse essere, ma era difficile stabilirlo: di Giletti, forse, o di quel criminologo del cazzo che salta come un grillo da un approfondimento all'altro? Chi lo sa. Non mi importava molto, a dire la verità. Quella lingua non avrebbe più sbraitato o leccato inutilmente.
Sui capelli non avevo dubbi, e anche sul dito. Sgarbi era spirato lisciandosi i capelli nel suo solito, civettuolo gesto. Mi è scappato da ridere.
Osservando la macchinina ho pensato con grande soddisfazione a Vespa ed ai suoi plastici, ma era un'ipotesi poco probabile, a meno che qualcuno da qualche parte non avesse avuto l'idea perversa e geniale di trasmettere vecchie registrazioni di "Porta a Porta" la domenica pomeriggio. Se fosse stato così, tanti saluti anche al vecchio Bruno.
Ho recuperato un paio di guanti e ho estratto il televisore dalla melma in cui era immerso. Lo schermo era crepato ma funzionava ancora. Una serie di bande colorate indicava che le trasmissioni erano sospese. Con un fazzoletto ho levato per bene la bava rossa che ancora colava dalla crepa e l'ho risistemato al suo posto.
Per strada qualcuno urlava, e non si capiva se erano urla di festa o di panico. Sono corso sul balcone, ed ho visto un tizio inseguire con una telecamera un signore molto elegante. Doveva essere un politico locale. L'uomo con la telecamera urlava: "Vieni, vieni, a te piace tanto finire in pasto al pubblico!". L'uomo incravattato urlava.
Non è così male la fine del mondo, ho pensato.

Molti si chiederanno, in futuro, per quale bizzarra coincidenza le televisioni hanno iniziato a vomitare proprio oggi. Ma è una domanda priva di senso. La domanda giusta è: perché hanno aspettato così tanto?
È difficile stabilire il momento esatto in cui tutto è cominciato. Le prime segnalazioni su Internet si collocano nelle primissime ore del mattino. Fatto sta che oggi, 21 dicembre 2012, le televisioni italiane rigurgitano il loro contenuto, lo espellono con violenza in una sorta di tardiva reazione da corpo estraneo. Lo fanno senza preavviso, e in un battito di ciglia mezzibusti, politici, sportivi, soubrette, opinionisti d'accatto, presentatori, polemisti, massmediologi, non-famosi prestati alla televisione sgorgano, pezzo dopo pezzo, da schermi piatti e vecchi tubi catodici. Arrivano in frammenti grandi e piccoli, inversamente proporzionali allo share. Si dice che i protagonisti di un'opera teatrale trasmessa in piena notte siano sopravvissuti: nessuno li stava guardando.
Le voci sono ancora confuse, ma a quanto pare la prima vittima è stata la più scontata. Nessuno sa di preciso quando e come sia successo: qualcuno dice di aver riconosciuto, immerso nella materia emessa dal suo televisore, un pezzettino del suo enorme orecchio. Qualcuno giura di avere trovato nella melma una sua scarpa, munita di un tacco altissimo. Io non ci credo, e comunque a contare è il risultato, e quell'omino triste e malato è svanito in un attimo, fagocitato dalla stesso mostro con cui per decenni ha fagocitato noi. I suoi fan si sono riversati in rete, hanno lanciato appelli disperati su Facebook: "Forse possiamo ancora salvarlo: spegniamo tutti la televisione!", ma era troppo tardi. Qualcun altro ha iniziato a pubblicare i palinsesti televisivi, in modo che ognuno potesse decidere chi eliminare con un po' di zapping.
Qualcuno riesce a sfuggire: si dice che Minzolini abbia fatto a pezzi con le sue mani tutte le telecamere del suo Tg1, prima di prendere un aereo privato e volare in un posto sconosciuto. Ce ne siamo liberati, in un modo o nell'altro. Degli altri arrivano notizie frammentarie: Di Pietro, povero lui, è stato sorpreso durante la trasmissione della Annunziata, di Fini non si hanno notizie. Si sa per certo che Capezzone non riceverà più pugni da chicchessia. Bersani forse si è salvato, ma non ne sono sicuro. La Lega è stata decimata, a partire dall'ubiquitario Castelli. Grillo in televisione non c'è mai, quindi non credo abbia grossi problemi.
La televisione continua a vomitare: vedo qualcosa che potrebbe essere uno scampolo del reggicalze della Brambilla. Di questo passo prima di domani sera non ci sarà più nessuno. Butteremo le televisioni e ricominceremo. E chissà che questa sia la volta buona, la volta in cui non avremo più bisogno che qualcun altro (o qualcos'altro) un bel giorno si svegli e faccia la rivoluzione al posto nostro. Dovremo stare attenti, perché sarà l'ultima occasione, e perché questa volta, dall'altra parte della telecamera, potremmo finire noi.

10 commenti:

  1. E io che pensavo di esser furbo ad aver rinunciato alla televisione!
    Faccio così: il 20 dicembre 2012 me la ricompro.
    Posso mica perdermi uno spettacolo del genere...

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  2. Non credo che finirà così presto

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  3. Mi hai fatto ricordare la canzone di Gaber "l'obeso" presente?

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  4. Ieri sera abbiamo avuto un attimo di tregua...

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  5. Quanto retroattivo sarà questo? Ho smesso di vedere la tv anni fa, forse qualche ciglia mia ci sarà! mah… cavolo è vero però, andrò a casa di qualcuno che ce l'avrà, i maya pensavano proprio bene e vedevano lontano. :)

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  6. Scrivi veramente molto bene, e hai una gran bella testa.

    Bravo!

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  7. certe volte penso, che culo dover morire!

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  8. Tutto sommato meglio spegnerli i televisori, tanto vedrai che sperimenteranno presto un antiemetico tv :-D

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  9. @Absinto: sì, ho presente. Effettivamente, a pensarci, quell'obeso assomiglia un po' a queste televisioni...
    @Ernest: dici bene!
    @Petrolio: forse è una coincidenza, oppure l'hanno fatto apposta per compiacere i creduloni...
    @Mr. Tambourine: un complimento del genere da uno scrittore è oro colato... Grazie davvero!
    @Antonio: :-)
    @Vincenzo: hai ragione, ma in fondo nemmeno i farmaci possono fare miracoli...

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  10. Non é poi così tanto paradossale la situazione da te egregiamente preconizzata!

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