mercoledì 10 novembre 2010

Pietà

Il loro adorato cucciolo stava molto male. Trascinava la gamba violacea e piangeva di dolore. Gli avevano dato tutti gli antidolorifici conosciuti, ma non era servito a niente. Si rannicchiava in un angolo ed emetteva suoni flebili e stanchi. La sua sofferenza schiacciava i loro cuori in una morsa.
“Dobbiamo chiamare il veterinario”, disse la moglie.
“Lo chiamo subito”.
Il medico arrivò in fretta. Era anziano, dagli occhi dolci e sapienti. Si chiamava Scottish, ed era un vecchio amico dei signori German. Visitò il cucciolo sofferente senza tralasciare nulla. Dopo aver terminato chiese: “Da quanto tempo è così?”.
“Da due settimane".
"E perché non mi avete chiamato prima?".
"Perché... pensavamo non fosse niente di grave", disse la signora German.
"...e perché avevamo paura", aggiunse il marito abbassando gli occhi.
Il vecchio medico sospirò: "Mi spiace molto, ma devo darvi una brutta notizia. Il vostro cucciolo ha un tumore osseo in stadio molto avanzato".
"E quindi?", gridò la signora German.
"E quindi non possiamo fare più nulla, se non porre fine alla sua sofferenza".
La signora German si sedette e scoppiò in lacrime, mentre il marito tentava di consolarla: "Non è giusto, non è giusto...".
"Lo so, signora mia, mi creda. La malattia non è mai giusta".
"Cosa intende fare dottore?", chiese il marito.
"Gli farò una piccola iniezione. Chiuderà gli occhi e non sentirà nulla. Per lui sarà come addormentarsi".
La signora continuava a singhiozzare. "Non è giusto, non è giusto", ripeteva, fissando il suo tesorino. "Non è possibile".
"Non sa quanto vorrei fare qualcosa, signora, ma il nostro compito è quello di procurare benessere, ed in questo momento qualsiasi tentativo arrecherebbe solamente ulteriore malessere".
La signora annuì. Aveva capito. Si avvicinò al suo cucciolo. Era un caucasico pallido, occhi azzurri e capelli biondi. Non aveva ancora i peli sotto le ascelle. La signora German lo leccò in fronte con la sua morbida lingua da pastore tedesco e gli sussurrò ad un orecchio: "Andrà tutto bene tesoro mio. Dopo starai meglio".
Il bambino la guardò con occhi pieni di gratitudine: "Grazie, ti voglio bene", disse prima di chiudere gli occhi.
"Anch'io tesoro mio". Si voltò e disse al dottor Scottish, un vecchio pastore scozzese dal pelo ancora fulvissimo: "Sia delicato, la prego".
"Ci metterò tutto l'amore possibile".
"Grazie dottore". Si voltò ed uscì assieme al marito ad aspettare. Non dovettero aspettare molto.

9 commenti:

  1. Ricordo una campagna di sensibilizzazione contro l'abbandono degli animali costruita su un gioco delle parti simile. In questo caso però il messaggio è molto più forte, umano e necessario. Speriamo davvero trovi ascolto.

    Sei bravo Ale.

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  2. Già: manco li cani, avrebbero sull'Eutanasia gli atteggiamenti sconci dei vari giovanardI, roccellA, ratzingeR, scaraffiA, e vai di maiuscole finali spregiative...
    Ottimo, davvero ottimo racconto!

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  3. Io su certi temi ho il timore di esprimermi in modo categorico, di sicuro bisogna parlarne e anche interrogarsi sul valore che diamo alla vita. Mentre al mondo si continua a morire di fame.

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  4. Forse questo è il modo giusto per far riflettere chi non vuol capire e vedere.
    Fantastico racconto.
    Così restituisco - e volentieri - i complimenti di oggi!

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  5. Un modo veramente originale di affrontare il tema.

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  6. Be', i vostri complimenti mi lasciano senza parole...

    @Sara: questo racconto ovviamente rappresenta la mia personalissima opinione, e sono convinto come te che di questo argomento si debba discutere. Vale il discorso fatto per la fecondazione assistita: trovo assolutamente sbagliato assumere posizioni preconcette, proprio in virtù della sensibilità di ognuno. Ma il problema è che in Italia di certe cose non si può nemmeno discutere, e così ad ogni occasione si riaccendono le solite, ipocrite polemiche.

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