venerdì 3 settembre 2010

Un, due, tre... Mariastella!

La parola "merito" è bellissima. Riempie la bocca, è semplice da dire e conferisce a chi la pronuncia un'aura di autorevolezza. È una parola-faro capace di abbagliare gli ascoltatori, e nel contempo tenere ben celate le eventuali mancanze o contraddizioni dell'oratore. Probabilmente fanno discorsi del genere nella cosiddetta "scuola di formazione politica" berlusconiana, e questi discorsi devono aver impressionato tantissimo la nostra valentissima Ministra dell'Istruzione. Forse però ha saltato le lezioni successive, in cui si diceva di non esagerare, altrimenti si corre il rischio paradossale di svelare in un sol colpo le proprie manchevolezze riguardo alla materia in discussione. La parola "merito", in verità, è sempre stata un filino ridicola in bocca ad una mediocre laureata in giurisprudenza che si è fatta mille chilometri di strada per superare più agevolmente l'esame di stato. Talvolta è utile la fannullonaggine terrona. Fatto sta che la Mariastella è riuscita a ficcare la parola "merito" anche nella conferenza stampa di ieri, in cui si parlava di precariato. Perché è la prima cosa che salta in mente, no? Migliaia di docenti precari - parecchi da decenni - rischiano il posto, alcuni di loro iniziano uno sciopero della fame, e tu che fai? Parli di "merito", ovviamente, e ovviamente parli della "crisi", altra parola magica che appare e scompare a piacimento. Ma d'altra parte che può fare, la Mariastella? È solamente uno dei robottini programmati a ripetere sempre le stesse cose a qualsiasi domanda. Non c'è nulla di scandaloso in questo atteggiamento. Non c'è nulla di nuovo. Chi ha detto, tempo fa, che il figlio dell'operaio e dell'imprenditore non possono avere le stesse opportunità? Chi, nel silenzio quasi generalizzato, sta continuando a foraggiare le scuole "paritarie"? Purtroppo è molto banale quello che sta accadendo oggi. C'è solo da rabbrividire e non smettere di urlare, perché un paese in cui gli insegnanti vengono licenziati, in cui si coltiva l'ignoranza della plebe con metodo, è un paese destinato ad un triste destino. L'ennesimo.

9 commenti:

  1. Si può soltanto obiettare che, se è vero che l'esempio viene dall'alto, gran parte dei sudditi mostra di assecondarlo più che volentieri. In molte città esistono interi isolati che potrebbero essere perquisiti con metodo senza che nella massa di oggetti che vi si reperirebbero saltasse fuori neppure un libro.
    Neppure uno.

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  2. Quanta amarezza... Giustificata e sacrosanta sia ben chiaro, ma quanta amarezza... Non ci resta che scendere in strada e giocare ad 1-2-3... Mariastella! :D sarà uno sballo!

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  3. I precari non sono un problema e li abbiamo ereditati dai comunisti. Questo è il conetto della MaryStar

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  4. http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/03/il-curriculum-della-gelmini/56192/

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  5. La cosa veramente triste ale è che si continua a trattare un argomento importante come la scuola in manieta vergognosa, denigrando l'isrtuzione e umiliando gli insegnanti, di riflesso logicamente anche gli studenti
    un saluto

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  6. Il cognome Gelmini (nipote del famoso don) è stato per me da subito la garanzia di una politica chiaramente schierata a distruggere la scuola pubblica per consegnarla ai privati in particolar modo alla Chiesa

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  7. @Io non sto con Oriana: hai perfettamente ragione. Ma se al governo abbiamo gente che asseconda e coltiva questa tendenza come una virtù, siamo finiti.
    @Rospo: forse è meglio giocare alla bandierina: Bossi tiene il fazzoletto, Berlusconi e Fini se lo contendono.
    @Niente Barriere: non sapevo fossero parenti... Ma effettivamente non c'era da aspettarsi nient'altro.

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  8. Come sempre sei estremamente chiaro ed efficace nei tuoi post, bravissimo! Rappresenti con...merito, e diciamolo :-), lo schifo che ci circonda e la scuola è uno dei principali elementi di questa merdaglia!
    A questo proposito il nostro amico Red ha appena scritto un ottimo post, tanto per chiarire ancora di più dove vanno a finire quei soldi che, ahimé, non ci sono per poter assumere questi "poveri" precari che fanno solo numero! Più schifo di così.....

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  9. @Nico: non ho parole, se non quelle che hai usato tu: bello schifo davvero. Ma ieri la nostra amica Mariastella si è superata: l'idea di mettere la televisione in classe è la realizzazione di un incubo, il risultato finale del berlusconismo.

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