Sono insegnante in un Istituto tecnico commerciale. Tempo fa, in un tranquillo zapping da domenica sera, finisco su Raitre, trasmissione Presa diretta, tema della puntata "La scuola fallita". Si parla di contributi pubblici alle scuole paritarie, adesso non si chiamano più private, così è tutto meno chiaro. Si entra in questi istituti modello, in Lombardia, che vantano aule pulite, grandi laboratori, palestre, mense, piscine. Il tutto pagato dai genitori, con rette annuali da seimila euro in su, salvo scoprire che la Regione Lombardia offre un contributo annuale di 1.050 euro alle famiglie che ne fanno richiesta, indipendentemente dal reddito: parliamo di redditi dai 42 mila ai 198 mila euro annui; poi scopri ancora che lo Stato italiano ogni anno versa alle scuole paritarie una cifra doppia rispetto a quella che versa alle scuole pubbliche. Ci si sposta in Sicilia, agli antipodi: istituti pubblici che cadono a pezzi, laboratori inagibili, classi senza aula, bambini di scuola materna in classe con il cappotto perché il riscaldamento non funziona, bambini con grave handicap che si sono visti togliere l'insegnante di sostegno. Spero che il ministro Gelmini, quando fra un po' d'anni accompagnerà la sua bambina in una di quelle scuole d'élite, provi ogni mattina, varcando il cancello, una leggera fitta al petto, verso sinistra, dove di solito sta il cuore, che le ricordi che il diritto all'istruzione nel nostro Paese non è uguale per tutti, e che sua figlia entra in quella scuola fantastica con i soldi del popolo italiano, sottraendoli ai bambini costretti a stare in aula col cappotto.
Anna Maria Boldrini
Un film già visto. Tutto saputo e risaputo, per chi si informa, evitando come la peste i bollettini di Minzolini, ma questa lettera mi ha colpito, penetra nel cuore dello scempio con rara efficacia. In fondo, repetita iuvant. E chissà, qualche italiano un po' assopito, anzi, ipnotizzato dalle parole con cui la Mariastella si riempie la bocca (tolleranza zero, condotta, meritocrazia, e così via), potrebbe improvvisamente svegliarsi, in un sussulto di civiltà. Io ci spero sempre.
tutto vero, e viene da pensare a quello che potrà ancora succedere in questo momento in cui il paese è in mano a fascisti in doppio petto, leghisti trasformati in chierichetti e cupola del vaticano sempre più attiva.
RispondiEliminaun saluto
I nostri bambini sono il bersaglio preferito di questo sistema infame. E quando escono da scuola secondo 'ste merde dovrebbero andare in parrocchia. Così dalla metafora si passa alla concretezza.
RispondiEliminaTi ringrazio. Puoi condividere senza ombra di dubbio quello che ho scritto
RispondiEliminaSiamo ufficialmente in un regime capitalistico dove chi ha soldi e potere va avanti e chi non ce li ha si attacca ... con il bene placido della maggior parte delle opposizioni sedute in parlamento ...
RispondiEliminaE' questo che non è normale ... troppo comodo appellarsi ai soliti noti nani al governo ...
Gli italiani sono un ammasso di pecoroni, quando non si troverà il pane ...forse le cose cambieranno!