In questi giorni, chiunque abbia un minimo di amore per la giustizia e per il rispetto delle regole sta soffrendo come un cane. Penso soprattutto all'enorme schiera di uomini e donne che ogni giorno suda e fatica ore su ore, chi sul posto di lavoro, chi per trovarlo, un lavoro. Tutti, però, sono accomunati da una battaglia ancora più sfibrante, una battaglia che ha mille facce: ore di coda davanti ad uno sportello, per poi sentirsi dire che occorre un certificato rilasciato in un ufficio dall'altra parte della città; duelli durissimi per farsi rilasciare un mutuo da quelle bestie succhiasangue, camuffate da banchi di beneficenza, chiamate banche; le schermaglie continue con il capo, che cascasse il mondo se paga lo stipendio puntuale, per una volta; gli infiniti ostacoli che il baronato universitario contrappone agli sfigati che mai e poi mai chiederanno una raccomandazione, mai e poi mai leccheranno il culo al professorino di turno per scavalcare gli altri. Questa parte d'Italia, in questi giorni, è sconfortata più che mai, si chiede se valga la pena continuare a difendere e praticare valori come l'onestà, il rispetto, il massimo impegno in qualsiasi attività si compia. Questa domanda ha un'unica risposta: vale sempre la pena, ed in questi giorni ancora di più. Inoltre credo sia importante crearsi dei piccoli rifugi, in cui acquattarsi nei momenti più difficili. Gli affetti e la salute, prima di tutto, e da questi punti di vista io sono davvero molto fortunato. Ma per chi non avesse queste fortune esistono altri modi per portare un briciolo di serenità nella propria vita. Uno di questi è la musica. Non migliora la situazione del conto in banca, ma io credo che non ci sia niente di meglio per ripulire la mente, ogni tanto, per massaggiarla e rinvigorirla, dopo tutte le percosse che quotidianamente subisce.
Non bisogna mollare, mai. E adesso musica.
Caro Alessandro, hai detto una gran cosa, e mi trovi del tutto d'accordo,
RispondiEliminapurtroppo chi é malato, per esempio, si trova a dover fare un iter che non finisce piú...
io ho avuto esperienze qui in Austria dove vivo e ti assicuro che ora ocme ora sono molto felice di vivere qui, se hai bisogno di una tac per esempio, telefoni e hai l'appuntamento dopo uno o due giorni, mia mamma, in Italia, da agosto ha aspettato una tac fino a marzo, se invece fosse andata privatametne l'avrebbe avuta dopo una settimana...
queste sono cose pazzesche per chi lavora e paga i contributi,
io sono ancora fiera di essere italiana ma devo essere sincera sono contenta di abitare all'estero.
Non se ne parla di mollare!
RispondiEliminasaluti
Come hai ragione! E la musica fa davvero bene all'anima.
RispondiEliminaNon vivo in Italia da un bel po' pero' posso dirti che il posto ideale non esiste, ci si scontra sempre piu' o meno con gli stessi problemi.Certo in questo periodo specialmente l'italia e' messa parecchio male...