martedì 1 dicembre 2009

Partito Dormiente

Di che partito sono, io?
Questa domanda mi mette seriamente in crisi. Sull'orientamento politico non ho il minimo dubbio, ci mancherebbe altro. Sono sempre stato di sinistra e lo sarò sempre. Ma alla domanda iniziale non ho una risposta. Sono in piena crisi d'identità partitica.
Non credo di essere l'unico in questa situazione. La sinistra in Italia ha sempre avuto una forte connotazione partitica, una caratteristica che è sempre stata la sua forza e, allo stesso tempo, la sua debolezza. La politica si faceva nei circoli, nelle sezioni, per strada, sul posto di lavoro. Era strettamente intrecciata con la vita quotidiana di ognuno, e ognuno si sentiva in dovere di partecipare attivamente, alla vita politica. L'uomo di sinistra si sentiva a casa, nel proprio partito. Queste caratteristiche hanno permesso alla sinistra di vincere molte battaglie, civili e politiche, perché c'era un'unità di intenti formidabile, per quanto riguarda i valori da portare avanti.
Ecco, i valori. Io credo che debbano essere punti fermi, nella vita di una persona. Possono evolversi, assumere facce diverse con il trascorrere nel tempo, ma non possono cambiare. Non si possono svendere. Il compromesso non esiste, quando si parla di valori. Ed è proprio per questo motivo che il Partito Democratico non può in nessun modo essere definito un partito di sinistra, nonostante abbia come segretario un ex comunista.
Non voglio stare a parlare degli ennesimi, squallidi, maneggi di partito, grazie a cui ci ritroviamo sempre i soliti noti ai piani alti. Bersani non è di certo l'uomo giusto per porre fine a questa brutta abitudine. Il problema è che il Pd mi pare assolutamente privo di quello che dovrebbe essere il valore fondamentale, per un un partito di sinistra italiano, vale a dire l'anti-berlusconismo.
Già mi sembra di sentire le proteste: l'anti-berlusconismo non può essere un valore, ma solamente un disvalore, qualcosa che distrugge invece che costruire. Ma per favore. Un partito che promuova l'uguaglianza sociale, la meritocrazia, l'onestà, il rispetto delle istituzioni, che porti avanti non solo l'osservanza delle leggi, ma anche un'etica del vivere civile, non può che essere antiberlusconiano, con tutte le sue forze. E' la gente a chiederlo al Partito Democratico, è tutta quella società civile che non si riconosce nei "valori" con cui Berlusconi ha infettato l'Italia, devastandola. Sabato sarà quella gente a manifestare: persone comuni, di tutte le età, che non sopportano più la vista della nostra bella Italia miseramente sfaldata, che smarrisce, giorno dopo giorno, tutti quei valori per cui migliaia di persone sono morte, e continuano a morire. Il Pd non dovrebbe esitare, a schierarsi con quella parte di Italia, dovrebbe gridare: "Potete contare su di noi". E invece latita. Non c'è. Bersani usa astuti giochi di parole per motivare l'assenza del Pd, concede benevolmente ai militanti di partecipare, se volessero. Organizza frettolosamente la manifestazione "1000 piazze", rigorosamente di partito. Ma il Pd, sabato, non ci sarà. E sinceramente mi chiedo se ci sarà mai, un giorno. Per ora il Partito Democratico dorme nella grossa, e non mi pare intenzionato a svegliarsi.

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