martedì 17 novembre 2009

Cento canali in più, e le cazzate non si contano più


A forza di martellare, convinceranno un bel po' di gente. Che diamine, il digitale terrestre è una vera rivoluzione! Tantissimi canali, tantissima scelta, e tutto in altissima qualità! L'Italia intera deve essere fiera, di questo balzo tecnologico. Per una volta siamo anticipatori dei tempi, e Roma è diventata la prima capitale europea a passare totalmente al digitale.
I telespettatori si beccano questa suppostona zuccherata tutti i giorni, a tutte le ore, e a forza di insistere, saranno in molti a cedere, a crederci davvero. In fondo i decoder non costano cari, in fondo non è così difficile installarli, in fondo è vero che guardare Mattino 5 o Porta a Porta in 16:9 è tutta un'altra cosa. Inoltre ci saranno molti canali in più, e in fondo cosa importa se la maggior parte sarà a pagamento, cosa vuoi che siano quei 10 euro al mese in più per guardarsi qualche film senza pubblicità? E mal che vada, si può vedere gratis MediaShopping! Insomma, la felicità del popolo italiano è garantita, e la suppostona avrà l'effetto desiderato. Il solito sedativo, blando e costante, che annebbia le menti e altera le coscienze, la solita abilità nel far credere al telespettatore di avere in mano un potere immenso. Tutto questo mentre si levano i soldi a quel mostro chiamato Internet, lo strumento davvero rivoluzionario, la cui diffusione potrebbe davvero cambiare le cose in questo paese. Dicono che non ci sono i soldi, e non occorrono altre giustificazioni. Alla gente basta così, alla gente pare inutile buttare via denaro su un oggetto sconosciuto, alla gente basta il telegiornale.
Nessuno capisce che basterebbe un computer collegato alla rete per svegliarsi, per sputare l'imbuto con cui ognuno ingoia, senza fiatare, la propria razione quotidiana di cazzate. Razione che, con il digitale terrestre, non farà altro che aumentare a dismisura.

1 commento:

  1. concordo in pieno e anche di più. La tv è morta. Ce la spacciano come novità rinnovata. Un pò come la classe politica.

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