mercoledì 14 novembre 2012

Dio pensa ai vecchietti

A Dio i vecchietti stanno antipatici. Li conserva a lungo in salute per evitare di trovarseli dalle scatole, con i loro piccoli acciacchi, con le loro fisime, con le lamentele di chi ha poco da lamentarsi, mentre quelli che avrebbero il diritto di farlo stanno chiusi in un ermetico, dignitosissimo silenzio. Dio tende il filo della loro vita tanto da renderlo sottile come tela di ragno per non sorbirsi i loro improbabili vocalizzi ecclesiastici, i loro scabrosi racconti riguardanti i vicini di casa, la descrizione accuratissima di tutti i farmaci che hanno preso a partire dalla giovane età. Osserva quelli che tossiscono e fumano, tossiscono e fumano e chiedono: cosa posso fare per questa brutta tosse? Quelli che stanno benone e ogni tanto sentono il desiderio di passarsi intere giornate in ospedale per stare tranquilli, di farsi fare mille esami per sentirsi dire: è tutto bene, è sano come un pesce, fino a quando non arriva il giorno in cui tutto bene non va e cercano di scansare tutti i consigli, iniziano a peregrinare da uno studio all'altro fino a trovare quello che dice loro le parole giuste, quelle accettabili. Quelli che al contrario desiderano essere sempre malati per avere attenzione, per non fare un cazzo, per nascondere un malessere più profondo e doloroso da affrontare. Dio osserva e scuote la testa, ma la sua è un'osservazione distratta. È talmente preso dai vecchietti rompipalle che dimentica tutto il resto, lascia che il mondo sbandi come un ubriaco sulla soglia di un precipizio. Con la coda dell'occhio ne percepisce le assurdità, le storture, le aberrazioni e lascia fare, come se non lo riguardassero più, come se quei vecchietti che odia tanto non fossero altro che vittime inconsapevoli della Sua idolenza. Lascia morire uomini giovani e sani senza il minimo preavviso e la gente mormora: ecco, guarda che disgrazia, altro che le nostre stronzate, salvo poi dimenticarsi un quarto d'ora dopo della lezione di vita e riprendere a incazzarsi per le cose più insignificanti. Dio lascia fare e forse è giusto così. Ma forse dovrebbe dedicare più tempo ai vivi, a dare alla loro vita un pizzico di comprensibilità, giusto per evitare che la crudeltà del caso li renda troppo vulnerabili. Sarebbe il modo migliore per avere meno vecchietti rompipalle tra i piedi.

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