venerdì 8 aprile 2011

Paradiso e inferno


Anna Calvi è una cantante e musicista inglese di evidenti origini italiane. Il suo omonimo esordio è uscito poco tempo fa con la benedizione di Brian Eno, che l'ha definita "la cosa migliore uscita dai tempi di Patti Smith". Un complimento del genere non passa inosservato, per cui la stampa specializzata ha iniziato a tessere elogi sperticati nei confronti di questo disco. Chissà se hanno ragione, mi sono chiesto, e la risposta è semplicemente: sì, senza alcun dubbio.
Le note iniziali di Rider to the Sea catturano subito attenzione: la Calvi suona la chitarra con uno stile personalissimo, in bilico tra il western morriconiano e il blues. È soltanto l'antipasto, perché poi il disco infila una serie di pezzi da brivido fino all'ultima traccia, Love Won't Be Leaving. A rendere speciali le canzoni, oltre ad una stupenda essenzialità, merce rara in epoca di produzioni iperpompate e plasticose, è la voce di Anna, pulita e precisa in ogni sua sfumatura, ma che risulta incredibilmente sensuale e blues, sempre in bilico tra cielo e abisso, in un'attitudine che ricorda Jeff Buckley. Se il paragone sembra azzardato ascoltate The Devil, a mio parere il capolavoro assoluto del disco, voce e chitarra che si fondono in un connubio celestiale e demoniaco:


Insomma, è un disco bellissimo, emozionante dalla prima all'ultima nota, che ribadisce, come se fosse necessario, che la vera musica è qualcosa di diverso dai prodotti che escono dai talent-show, e che non basta avere una bella voce per essere un'artista (vero, Alessandra Amoroso?).
Sarà nella top ten dei miei dischi del 2011, senza dubbio.

8 commenti:

  1. Una bella canzone on la quale cominciare bene la giornata

    RispondiElimina
  2. nonostante tutti i vari pareri positivi, io non ne sono ancora rimasto folgorato. ci sono 2 o 3 pezzi molto buoni, ma l'album nel complesso non mi sconvolge..

    RispondiElimina
  3. Se Brian Eno ne parla così, bisogna approfondire.

    RispondiElimina
  4. Bella, ma non stravolgente.
    Dopo un paio di volte te ne dimentichi.
    Non resta nulla.
    Alla terza sei già passato a Bobby Solo. (scherzo)

    RispondiElimina
  5. Cannibale, ho letto altri che la pensano come te. A me invece ha preso subito. La chitarra iniziale è stata galeotta...

    Gianni: e io la faccio ripartire, faccio davvero fatica a toglierla...

    RispondiElimina

Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.