martedì 12 gennaio 2010
Il Salvatore
Ecco l'Italia. E' tutta qui, in questo gruppo di persone, che dovrebbe marciare unito, ma che si ritrova diviso, ancora una volta. In quello striscione ripiegato c'è la sconfitta totale dello Stato, tutto intero, dalle istituzioni fino alla società civile. Troppo ingenui, quei ragazzi, desiderosi di esprimere la loro sete di giustizia, di onestà, di uguaglianza, nel modo più semplice, più candido che si possa immaginare: noi sappiamo qual è la causa di tutto questo. Noi lo sappiamo, come lo sanno tutti, qui. Noi lo sappiamo, e vogliamo dimostrarlo così. Senza filtri, senza giri di parole. Noi non siamo così. Noi vogliamo cambiare. Ma era troppo. Troppo sovversiva, quella frase. Troppo sconveniente, troppo vera per poter essere mostrata. Qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Non sapete cosa state facendo, ragazzi miei? Lasciamo che siano i negri, a ribellarsi. Tanto non hanno niente da perdere. Non hanno nome, non hanno diritti a cui appoggiarsi. Noi esistiamo, loro non esistono. Ci sono ma non esistono. Ci sono ma non dovrebbero esserci, e noi non possiamo tollerarlo. Che si prendano loro la colpa. Che se la prendano tutta, poveri negri che pretendono di esistere. Per cui, ragazzi, toglietelo, quello striscione, perché non sapete cosa state dicendo.
Dopo aver visto questo filmato ho pensato a una cosa sola: un giorno forse l'Italia si riscatterà, ma non saranno gli italiani a salvarla. Di certo non questi italiani. Il Salvatore sarà uno di quei "bingo-bongo", che ancora una volta pretenderanno di esistere ed alzeranno la voce, per rivendicare il rispetto di valori che questo paese ha dimenticato, quasi del tutto.
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Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.