Quando vedo il Papa parlare, alla finestra o seduto sul suo trono, durante i suoi tour, mi pare di vedere un alieno, un'entità totalmente ignara dell'esistenza di questo misero pianeta, e soprattutto della vita dei suoi abitanti. Sembra arrivato l'altro ieri sulla Terra, da un misterioso mondo, e sicuramente il suo deve essere un mondo meraviglioso. Il Papa deve avere molta nostalgia del suo pianeta natale, perché non pare davvero interessarsi a questo, di mondo. Lui vola, plana su tutti noi, con le mani e gli occhi che non si smuovono dal suo leggio, e mentre levita con leggiadria parla del suo mondo fantastico, continuamente. Non atterra mai. Lui sente i boati delle folle che lo accolgono, quando atterra di tanto in tanto, ma senza mai toccare terra. Senza mai metterci piede. Lui non vede mai oltre le folle, i bambini magri e gonfi, malati da sempre, dal concepimento fino alla "morte naturale". Non vede le suore che regalano i preservativi alle coppie, perché in fondo servono. Non vede ma parla. E quando qualcuno che sia qualcosa di più di un insignificante essere umano prova a scuoterlo, a strattonarlo, a fargli vedere questa Terra devastata, lui si stupisce, si indigna, si offende, e con lui tutti i luogotenenti della sua astronave che non atterra mai, indistruttibile, irraggiungibile. Tutti sentono, molti ascoltano, pochi capiscono. Ma tanti, purtroppo, obbediscono. E affondano, assieme ai loro figli malati, perché qualcuno gli ha detto che quel dannato palloncino "non è la soluzione".
E intanto l'alieno riparte, per dispensare, in qualche altro luogo disgraziato, perle della sua aliena saggezza.
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