giovedì 22 settembre 2011

Rasp rasp, grat grat (ancora di più)

- Eccomi.
- Allora, che ti serve?
- Ho bisogno di una parentela, sono disperato. Mi accontento di tutto, anche il decimo grado. Basta che mi dia un po' di serenità.
- Quanto pensi di spendere?
- Spendere? Ma...
- Non dirmi che pensavi che ti avrei scopato.
- A dire il vero...
- Ma non ti guardi allo specchio?
- Io non...
- Vai a perdere un centinaio di chili e poi ne riparliamo, ciccione. O in alternativa portami duemilacinquecento euro in contanti. Tariffa minima, si intende.
- Io in banca ho solo trecento euro!
- Vuoi farmi ridere? Con quei soldi ti ci puoi pulire il culo, sappilo.
- …
- Vai a piangere da qualche altra parte, per favore. Tu mi chiedi di diventare parente di qualcuno e non è uno scherzo, te l'assicuro. Ti sbattono dentro se ti beccano. Quindi se il gioco non vale la candela, io non gioco.
- Ma come faccio?
- Lascia che ti spieghi una cosa: io ero strabica e senza tette. Mio padre era un meccanico e mia madre una sarta. Ho fatto la terza media con altri trenta sfigati come me. Volevo continuare, andare al liceo e poi all'università, ma non ho potuto farlo perché nessun professore voleva scopare con me e non ero parente di nessuno. Allora che ho fatto? Mi sono arrangiata, mi sono inventata un lavoro e adesso sono qui, con gli occhi dritti, le tette rifatte e un ciccione davanti a me che mi supplica!
- …
- Che c'è?
- E se ti porto mio fratello?
- Che me ne faccio di tuo fratello?
- È venuto meglio di me. Ho una foto, guarda.
- ...però, niente male. Be', se la prestazione è all'altezza di quello che vedo, direi che potresti guadagnarti una parentela di primo grado con un assessore regionale. Ti piacerebbe un bel posto in regione, eh?
- Da morire.
- Ok, allora tu portami tuo fratello e ne riparliamo.
- Bene. Mi chiedo come tu faccia.
- Le tette di plastica piacciono a un sacco di assessori. E tu invece? Come farai a convincere tuo fratello?
- Le tette di plastica piacciono anche a lui. E poi mi vuole tanto bene.
- Che bravo fratellino.

5 commenti:

  1. Ah, ecco com'è che tempo fa erano tutti cognati di Bertolaso.

    RispondiElimina
  2. Che bello, sarebbe, poterla considerare fantasia a briglie sciolte... e invece scoprire o inventare parentele con certa gentaglia oggi renderebbe (rende?) davvero più della falsa araldica, quella che più pagavi più ti scoprivi conte-duca-marchese-papa...

    RispondiElimina
  3. Grande Ale! con una vena di tristezza...

    RispondiElimina
  4. Ci si arrangia, certo che ci si arrangia.

    RispondiElimina
  5. La lettura di questo dialogo - e di quello che lo precede - lascia davvero l'amaro in bocca, e tanta voglia di credere che le cose non stiano realmente così...

    RispondiElimina

Rispettate le regole del buonsenso e della civiltà, e una firma non guasta mai. Nascondersi dietro ad un "anonimo" è solo un modo per non prendersi la responsabilità di ciò che si dice.