A inaugurare in grande stile la stagione del "così fan tutti" fu Craxi, nel suo celeberrimo discorso in Parlamento. Parole sconcertanti che furono ricambiate a monetine dall'opinione pubblica. La discesa in campo di Berlusconi ingannò gran parte degli italiani, e colui che si era presentato come il moralizzatore della vita politica e civile italiana sfruttò il suo potere mediatico per ribaltare il messaggio: Craxi divenne la vittima sacrificale, i giudici inizialmente osannati divennero i nemici della libertà, il tutto con l'unico scopo di salvaguardare i propri interessi. Con grande abilità manovrò il consenso popolare per far sì che lo seguisse in questa crociata all'insegna della libertà spregiudicata, e così il motto craxiano divenne la regola aurea della maggioranza degli italiani.
Tutte cose sapute e risapute, ovviamente. Così come è risaputo che oggi, in molti, attribuiscano proprio a Berlusconi la decadenza morale e civile del nostro paese. Io credo che in parte sia vero, ma credo anche che lui sia in fondo solamente un prodotto del vizio italiano, un vizio che è stato solamente sdoganato dal premier e che talvolta emerge con violenza anche nel suo più accanito oppositore. Basta dare un'occhiata a Facebook in questi giorni: le conclusioni del procuratore Palazzi riguardo all'Inter nell'inchiesta Calciopoli hanno scatenato un'ondata impressionante di revisionismo tra i tifosi juventini. La pagina di Luciano Moggi è stata inondata da messaggi di solidarietà, gruppi che chiedono la restituzione dello scudetto continuano a moltiplicarsi e compaiono in bacheche che spesso, due o tre righe più in basso, rivendicano con orgoglio la questione morale di Berlinguer o urlano a gran voce la delinquenza di Berlusconi. Un coro all'insegna di quel "così fan tutti, quindi abbiamo ragione noi" simbolo del berlusconismo che dicono di rigettare. Forse è solo effetto del calcio, chissà, ma calcio e politica in Italia vengono vissuti con lo stesso spirito ultrà, quindi la differenza è molto sottile. Per questo chiederei agli juventini anti-berlusconiani di riflettere un attimo: il fatto che anche Moratti e Facchetti non siano stati dei santi cancella forse la manifesta mafiosità di Moggi e company? Come dice Tavaglio, la somma di due ladri fa due ladri, non zero ladri. Perché vedete, questo è il berlusconismo, e se davvero vogliamo superarlo, quale che ne sia la natura, dobbiamo iniziare da queste piccole cose, per non rendere inutile anche il gesto più eclatante e "impegnato".
Per la cronaca, io sono juventino.
TU sei juventino ma ragioni. A me fa schifo sentire MOratti parlare di moralità e rispetto(lo andasse a dire ai parenti dei morti ammazzati nella Saras se ha le palle).
RispondiEliminaBisogna cominciare a boicottare seriamente… a evitare di dir minchiate, a fare in modo che non si commettano le stesse idiozie che blateriamo poi di non volere… perché l'esempio, secondo me, è sempre l'arma migliore, di difesa e di attacco! Bravo non a uno juventino, ma a uno sportivo.
RispondiEliminaO.T. vedo tra i tuoi dischi del decennio Boxer: li ho ascoltati a Ferrara, a parte che lo scenario era splendido, le canzoni tratte da quel disco saranno per sempre impresse, ah, la musica! ;) non c'entrava nulla, scusa, ma volevo condividere. Un saluto
Il problema è sempre il potere. In altri paese per molto meno avrebbero fermato il campionato di calcio per un anno.
RispondiEliminaMa per questo da noi succederebbe la rivoluzione, solo per questo...
dICE BENE erNEST, TOCCATECI IL CALCIO E FACCIAMO LA RIVOLUZIONE...
RispondiEliminaGià, della Saras si parla sin troppo poco ...
RispondiEliminaScusate l'assenza, ma ho passato un intenso periodo di esami... e faccio sempre più fatica a trovare le parole per descrivere questo dannato paese.
RispondiEliminaPetrolio: io i National li ho visti a novembre in quel di Milano, concerto a dir poco strepitoso, e sono felice che ti abbiano entusiasmato come hanno entusiasmato te. Come ho scritto un po' di tempo fa, la musica e gli affetti sono tra le poche armi che possono aiutarci a non affondare nei momenti più complicati. Ti ringrazio per aver condiviso.